L’originalità perduta del Teatro Lauro Rossi di Macerata

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La rucola ha già pubblicato del teatro Lauro Rossi, sia con video che con articoli, la storia, le fattezze, le curiosità

(https://www.larucola.org/2017/05/19/macerata-teatro-lauro-rossi-2/). Ora, giusto per rinfrescare brevemente la memoria, copiamo pari pari quanto scritto in modo molto sintetico nel sito del Comune di Macerata, evidenziando una frase che c’interessa in particolare.

 

Dal sito del Comune

“Nel 1765 quarantasei nobili maceratesi promossero la realizzazione di un nuovo teatro cittadino nello spazio prima occupato dal vecchio Palazzo Comunale, che già ospitava al suo interno la ‘Sala della Commedia’. L’incarico fu affidato al più grande architetto teatrale dell’epoca Antonio Galli, detto il Bibiena, il cui progetto poi venne riadattato dall’architetto Cosimo Morelli che ne diresse i lavori di costruzione. Inaugurato nel 1774 e intitolato nel 1884 al musicista maceratese Lauro Rossi (1810-1885), la caratteristica forma a campana dell’ambiente con tre ordini di palchi e il loggione lo rende uno dei primi esempi di ‘teatro all’italiana’. Un attento restauro ha riportato alle originali fattezze l’elegante sala a tre ordini di palchi. Stucchi, finti marmi policromi nei toni argentoazzurro, verde e oro fanno del Lauro Rossi un gioiello dell’arte del ‘700, unico in Italia”.

 

Il restauro

Siamo arrivati al punto: un gioiello dell’arte del ‘700 unico in Italia. Un’altra eccellenza maceratese per la quale negli anni passati sono stati spesi un sacco di soldi pubblici per riportarlo alla sua originalità, ai colori settecenteschi che prendevano spunto dai colori della natura. Progetto seguito dall’architetto maceratese Giancarlo De Mattia, al tempo in carico all’Ufficio Tecnico di Macerata. Furono due anni di lavoro intenso e appassionato, prestando la massima attenzione anche ai minimi  particolari.

Pensate che la colorazione originale era stata sepolta sotto sei mani di calce (forse a causa di epidemie) ma venne tutta di nuovo alla luce, le dorature furono ripristinate così come gli stucchi. Le sedie in perfetto stile ‘700 vennero commissionate a un’azienda di Cremona che ancora oggi le produce. In ogni palchetto era presente una sedia originale, restaurata, del tutto particolare (vedi foto), con appoggio e che poteva essere “cavalcata”. Particolare cura venne prestata all’impianto d’illuminazione. Furono acquistate a Venezia lampade in vetro piumato che permettevano una luminosità soffusa e furono utilizzate lampadine al tungsteno, a luce calda, per creare una atmosfera morbida e che non falsasse i colori del teatro. I palchi, studiati per funzionare come casse armoniche, realizzati con assi da due centimetri di spessore, davano una resa altissima, tanto che quando vennero al Lauro Rossi i “Solisti Veneti” diretti dal compianto Maestro Claudio Scimone, costui, eseguite le prove, dette il suo placet: l’acustica era perfetta!

 

La situazione oggi

Oggi la situazione è la seguente… delle particolarissime sedie originali ne sono rimaste poco più di un paio e quelle in stile ‘700 ordinate a Cremona sono state sostituite da sedie da mercato (costava troppo ripararle); le lampadine a luce calda sono state buttate via per far posto a lampadine bianche, che non hanno lo stesso effetto dentro i paralume in vetro piumato e falsano i colori del teatro; l’acustica era (ed è rimasta tale) perfetta, però c’è stato inserito un impianto di amplificazione (forse i maceratesi a teatro non sanno stare in silenzio? Fanno tanto baccano che per sentire la voce di un attore adesso occorrono le casse acustiche?). Insomma, l’originalità del teatro Lauro Rossi è andata a farsi benedire! Citiamo: “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. Virtute non sappiamo, ma conoscenza… più imbarbarimento che conoscenza.

8 aprile 2019

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