Amandola, continua il “Disegno Ceriscioli” sulla Sanità

Print Friendly, PDF & Email

È stata caratterizzata da un ottimo livello di compiutezza tematica e di approfondimento l’assemblea pubblica sulla sanità svoltasi ad Amandola, provincia di Fermo, a cui ho partecipato in qualità di correlatrice e in rappresentanza del direttivo regionale del “Comitato pro Ospedali Pubblici delle Marche”. Organizzata dal “Comitato per la Tutela della Salute della Cittadinanza dei Monti Sibillini” ed in difesa dell’Ospedale Vittorio Emanuele II di Amandola, aderente al Comitato Regionale, l’assemblea ha visto la partecipazione oltre che di politici locali (tra cui il Sindaco di Comunanza, paese servito dallo stesso ospedale), provinciali e regionali, anche di moltissimi cittadini, alcuni dei quali intervenuti a testimoniare i disagi enormi e lo stato di pericolo vissuti dalle comunità montane residenti nel comprensorio.

Costoro, in seguito al danneggiamento dell’ospedale a causa degli eventi sismici del 2016, sono costretti in caso di bisogno e di emergenza, a un viaggio di oltre un’ora d’auto per raggiungere l’ospedale più vicino, quello della città di Fermo.
A tutto vantaggio della sanità privata, la quale sempre più si manifesta come reale regista del quadro che ci si presenta, questa situazione nella zona di Amandola, Comunanza e paesi limitrofi, si protrae da due anni e mezzo, tra una richiesta e l’altra parte dei cittadini di sanare e ripristinare il nosocomio esistente, dotato di fondamenta ed elementi strutturali ancora solidi e più che affidabili, e tra una promessa e l’altra da parte della politica circa l’imminente avvio della costruzione di un nuovo presidio territoriale di non ben specificata natura e con non ben determinate funzionalità interne.
La nostra amara e condivisa impressione è che nel caso di Amandola, il sisma abbia costituito per la classe politica regionale, intenta da anni al depauperamento della sanità pubblica in favore di quella privata ed allo smantellamento della rete ospedaliera territoriale, il pretesto eccellente per accelerare un percorso nefasto già architettato da tempo.
Una situazione che favorisce, oltretutto, nelle situazione specifica delle zone montane, lo spopolamento delle zone interne, private di fatto del diritto alla salute per i propri abitanti, colpite da enormi disservizi, penalizzate da una pessima viabilità, in un territorio impervio e per lunghi periodi all’anno in condizioni atmosferiche difficili, prostate da una ricostruzione post-terremoto sia dal punto di vista architettonico ed infrastrutturale, sia sotto il profilo economico e sociale, molto lenta e in massima parte inesistente.

Un sentito ringraziamento per l’organizzazione e per l’impegno alla presidente del Comitato di Amandola Luisa Di Venanzi e a Luigi Ricci. Ringraziamenti anche al Presidente del Comitato Regionale Carlo Ruggeri per il sempre prezioso contributo nella fase di studio e di analisi dei provvedimenti normativi e delle evidenze che ci giungono dai territori.

Beatrice Marinelli

15 aprile 2019

A 7 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti