Danza al Teatro Lauro Rossi: La sagra delle primavera e Bolero

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Anche quest’anno il cartellone del Teatro Lauro Rossi ha predisposto l’appuntamento con la danza. Due pezzi molto noti al grande pubblico ma rivisitati con nuove coreografie. Michele Merola ed Enrico Morelli hanno guidato con piglio ed energia i bravissimi ballerini della “MM Contemporary Dance Company”, offrendo uno spettacolo di forte impatto.

 

La sagra della primavera

Enrico Morelli si accosta con rispetto a La sagra della primavera (il titolo originale in francese è Le sacre du printemps) del compositore russo Igor Fëdorovič Stravinskij e dichiara subito l’essenza del suo lavoro inserendo come unica scenografia dei ganci da mattatoio che scendono, lucidi e tetri, dal soffitto e che fanno immediatamente prevedere un finale sanguinoso. D’altronde il sacrificio della vergine a ogni primavera, nucleo centrale della favola cui il compositore si ispirò, si sente forte fin dalle prime note che invadono il teatro. La coreografia ha un forte impatto emotivo e ci guida attraverso un percorso che dal passato esplode nel presente, nella storia dell’uomo-capro espiatorio che viene appunto mandato al macello, sacrificio di ideologie, interessi e terrore. I colori bianco e rosso esplodono sotto le luci e i corpi si muovono energici ed eleganti, avvolti da costumi essenziali e al tempo stesso integrati al racconto.

 

Bolero

Il secondo pezzo ha visto come protagonista il famosissimo Bolero di Ravel. Eppure quello che accoglie il pubblico è una nuova lettura del celebre brano che porta la firma di Stefano Corrias. L’autore ha creato una sua propria partitura inserendola in tre momenti del balletto, mantenendo ed enfatizzando il ritmo ossessivo e ripetitivo che rende il Bolero unico nel suo genere. Michele Merola sottolinea con questa nuova coreografia l’ampio spettro entro il quale si muovono e vivono i rapporti umani e quelli di coppia in particolare. I vari interventi dei ballerini sono accompagnati da un correre e rincorrersi dietro un “muro” che si dipana e vive sul palco, a descrivere i muri dietro i quali l’animo umano gioca a nascondino con la realtà e il suo esterno. I nuovi inserti musicali sono coerenti con il racconto di questa non-storia raccontata da Merola, anche se al primo impatto si rimane un po’ spiazzati. Ugualmente, quando si esce dal teatro, ci si porta dentro il fluire del nuovo Bolero perché in fondo è il fluire del nostro Io più intimo. Ottime le luci e intensi i ballerini.

Lucia De Luca

25 aprile 2019

 

 

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