La persistenza della memoria aiuta a capire chi sei ora

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La morte di una persona anziana che abita vicino casa tua, la casa dove hai passato parecchio tempo durante la tua infanzia e anche una parte della tua adolescenza. L’arredamento che è rimasto sempre lo stesso da allora e la strana ma magica sensazione che lì il tempo qui non sia mai trascorso, gli orologi vintage in cucina che ti ricordano: “La persistenza della memoria”. Appare sulla scena la “Te” dell’epoca che ti sta accompagnando per mano, di stanza in stanza per tutta la casa, le stesse tende che da piccola ti sembravano gigantesche e anticipavano un lungo corridoio terminate le ripide scale in salita, ora fanno sorridere il cuore e congedare la giovane “Te” dell’epoca che ora ti sta lasciando la mano facendoti l’occhiolino, orgogliosa di te per chi stai diventando. È il finale migliore che un tour gratis di uno sguardo nella tua vita passata possa avere. Salvador Dalì, nel suo quadro “La persistenza della memoria”, parla della relatività del tempo e di come il tempo che passa (attraverso gli orologi “sciolti” dipinti sulla tela), sia una cosa soggettiva e mai oggettiva così come lo è il passare o la danza delle ore. Einstein a riguardo disse: “Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza sembra sia passato un minuto ma fatelo sedere su una stufa rovente per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore!”

Emanuela Ginevra

11 giugno 2019

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