A difesa dell’ambiente: era ora che i giovani si svegliassero!

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È importante che i giovani in tutto il mondo abbiano manifestato per il “loro” futuro e sollecitato tutte le parti in campo (pare che i governi si siano svegliati dopo la pressione della piazza, mentre quasi tutti i partiti facevano a gara per tirare, forse per imbrigliare – lasciate lavorare il manovratore – dalla propria parte le numerose manifestazioni e i giovani) per la vera salvaguardia dell’ambiente e del suo risanamento: i dati sono allarmanti – i giovani non deleghino ad altri quello che possono fare direttamente -, ci rimane poco tempo ed è bene cominciare fin da subito per non lasciare che le nuove generazioni cadano in un baratro ambientale. So bene che i vari incontri dell’Onu per l’ambiente non sono riusciti a trasformare in realtà gli obiettivi, anche minimi, che si erano prefissi. Per esempio – non esiste un sistema sanzionatorio – alcuni parametri di Kioto non sono ancora stati applicati e gli accordi di Parigi sono volontari. Non serve ricordare che i ghiacciai si sciolgono determinando – già si intravede – che le nostre coste, le nostre spiagge, le città marine saranno sommerse (Venezia potrebbe essere tra le prime?!): siamo invasi dagli involucri di plastica in mare e nelle nostre città, l’inquinamento (non ha frontiere! raggiunge persino il Lago di Pilato nei Sibillini) distrugge i nostri polmoni e noi diamo l’impressione che si possa risolvere con qualche giorno senza auto (bisogna investire su mobilità e riscaldamenti puliti…). Tutti sono d’accordo a parole, ma l’ambiente ha bisogno di priorità, di tanti soldi, d’impegno individuale e, soprattutto, collettivo. Greta (non so se c’è dietro di lei qualcuno, comunque se esistesse sarà il benvenuto) ha lanciato un grido di allarme per l’ambiente che stato raccolto da 1979 piazze nel mondo, solo in Italia ci sono stati 208 cortei ai quali hanno partecipato più di 300.000 giovani, ma anche adulti. Un allarme lanciato alle classi politiche di maggioranza e di opposizione, dalle quali si attendono proposte per risolvere i disastri ecologici senza peggiorare lo stile di vita. Speriamo che i politici siano impressionati anche dagli eventi meteorologici negativi che (453 quelli censiti negli ultimi anni) hanno provocato vittime, oltre quelli eccezionali che si osservano nei nostri territori. Dobbiamo ringraziare, inoltre, Greta, il simbolo della lotta per l’ambiente, per aver difeso i valori della partecipazione democratica, contro la paura del futuro che fa sì che le persone possano affidarsi a un solo personaggio, sperando di risolvere egoisticamente i problemi personali. I giovani nella loro gran parte non hanno pensato di risolvere le problematiche dell’ambiente con un “click” ma continuano a premere e a manifestare affinché le cose cambino e le pressioni, che continueranno con l’apporto determinante dei giovani, devono essere mirate verso i più grandi inquinatori della terra – prevedendo soprattutto sanzioni internazionali – come la Cina, tutto il sud est Asiatico, l’India, gli Usa (hanno sconfessato gli accordi di Parigi, negano la scienza e i livelli negativi dell’effetto serra inquinino irresponsabilmente il pianeta…) e i paesi europei che usano il fortemente inquinante carbone (la Carbon Tax potrebbe essere una soluzione). Bisogna, infine, trovare le risorse e una legislazione appropriata per i paesi in via di sviluppo e per “cambiare” – non annullare – il sistema di vita conquistato e il progresso di tutti, secondo il principio per il quale chi più ha più paghi. Il mondo produttivo, la mobilità delle persone sono sempre più legati a una quantità spropositata di energia – questa necessità, specialmente nei trasporti, non può più essere soggetta in prevalenza al petrolio, ai suoi derivati, agli spostamenti spesso inutili con le auto – che deve diventare pulita in tempi certi, con maggiori incentivi rivolti a “energie” rinnovabili e naturali, auto elettriche e favorendo la mobilità sostenibile in bici (il Comune di Bari paga una quota per ogni chilometro percorso a coloro che vanno al lavoro in bicicletta). È ovvio che ogni protesta deve prevedere prima di tutto la lotta agli abusi e ai condoni in ogni campo, alle discariche indiscriminate dei rifiuti, all’uso assurdo dei pesticidi in agricoltura… e così via.

Giulio Lattanzi

21 giugno 2019

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