A Passo Treia per il 7 settembre 2019, ricorrenza della Madonna del Ponte sono in atto diverse iniziative di vario carattere, tra queste la presentazione del nuovo libro di Maurizio Angeletti “Il Carro di Tespi”.
Angeletti scrittore e poeta ma anche partecipante al nuovo gruppo teatrale delle “Immagini parlanti” che ha già presentato informalmente alcune pièces dal sapore zen e che sta lavorando a una nuova rappresentazione da mettere in scena entro la fine dell’anno.
Il suo nuovo lavoro letterario, il “Carro di Tespi”, in fondo narra la storia del teatro, da come è nato sino al suo inglorioso epilogo di oggi, in cui non è più espressione di verità, mascherata da finzione, ma di finzione mascherata da verità. Il teatro, sommerso dallo spettacolo virtuale e dalle fakes news, sembra aver perso la sua funzione “educatrice” all’interno della nostra società iperinformatizzata, eppure questa arte -che sembra non servire quasi più a niente- è necessaria per mantenere un lumicino d’intelligenza analitica nella società.
Come disse Jonesco: “Se è assolutamente necessario che l’arte e il teatro servano a qualche cosa dirò che dovrebbero servire ad insegnare alla gente che ci sono attività che non servono a niente, e che è indispensabile che ce ne siano”. Così è scritto nel frontespizio del libro di Angeletti, che tra l’altro ha per sottotitolo “La farsa del potere da Omero ai nostri giorni”.
E della farsa del potere vengono fatti parecchi esempi all’interno del volume e alcuni sono anche stati letti e disquisiti durante la presentazione, sia dalla relatrice Liana Maccari che dalla fine dicitrice Edi Castellani e dall’autore stesso. Brani salienti sottolineati a tratti da una allegra musichetta eseguita dal bravissimo Andrea Biondi armato di organetto. Tra il pubblico è stata notata la presenza del vicesindaco David Buschittari, del giornalista Maurizio Verdenelli, del musicante Luciano Carletti.
Qualcuno potrebbe chiedersi se vale ancora la pena arrabattarsi con manifestazioni di buon livello culturale in una società decadente (come questa nostra) del “panem et circenses”, eppure è essenziale che la cultura e la lettura colta sopravvivano altrimenti il rischio è che l’uomo, sbagliando vasetto, come il Fotis dell’Asino d’oro di Apuleio, si unga sino a trasformarsi in un ragliante somaro. Ma la storia dice anche che l’asino nel suo intimo conservò intelligenza e coscienza ed è per questa ragione che libri come “Il carro di Tespi” conservano un valore nel mantenimento di quel seme di intelligenza e coscienza nell’uomo.
Particolarmente partecipato e apprezzato il buffet finale, offerto dall’autore, con grande dovizia di vivande e bevande.
Paolo D’Arpini – Servizio fotografico di Genesio Medori
8 settembre 2019