La stele Castignano: una edicoletta ante litteram?

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La scrittura più antica dell’alfabeto italico è nella stele di Castignano, rinvenuta nel 1890 in località Montecalvo. È un cippo funerario a forma di parallelepipedo verticale rastremato in cima, alto 1 metro e 36 centimetri, con la base di 30 x 22 centimetri. L’iscrizione è bustrofedica, cioè si legge alternativamente da destra a sinistra, da sinistra a destra. Le lettere sono allineate in modo irregolare con andamento serpentiforme. Le parole, che sono iscritte con il parziale rovesciamento delle lettere nel rigo di ritorno, sono disposte una di seguito all’altra e sono separate mediante l’uso dei segni di interpunzione, in altre parole da 3 punti verticali che sono una caratteristica unica di questo tipo di scrittura. Gli studiosi hanno datato questa stele VI-VII secolo a.C. (ndr: per come è rozzamente scolpita potrebbe essere molto più vecchia, prima dell’età del ferro, quindi 2000 anni a.C. se non di più). Le steli con tale tipo di scrittura, denominato “Italico antico”, sono state rinvenute solo nell’area che va dal territorio maceratese a quello teramano, in pratica il territorio dei Piceni (o Pupuni, o Salii). Sulla funzione funebre in quanto segnalazione di una tomba, non ci sono dubbi, diverse invece sono le  traduzioni le quali, comunque, in sintesi raccontano di genitori che innalzano il cippo a difesa della tomba di un figlio morto affinché i Mani la proteggano da sacrileghi profanatori. Iscrizione che ricorda quella di secoli posteriore della lapide di Corridonia di Teostoritto dei Papegomeni. Possiamo considerare dunque questa stele come una edicoletta ante litteram? Una tradizione vissuta per secoli e continuata con l’avvento del cristianesimo sotto forma di edicole votive con Santi e Madonne? Probabilmente sì.

Nazzareno Graziosi

Stele di Castignano

29 ottobre 2019

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