Macerata, i manifesti della Unione Tipografica Operaia

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Le celebrazioni per il centenario di attività della Unione Tipografica Operaia (U.T.O.) sono state l’occasione per una mostra di manifesti stampati dalla tipografia nel corso della seconda metà del ‘900 . Purtroppo sui muri i manifesti durano spesso lo spazio di un mattino: basta, infatti, un intenso scroscio di pioggia per rendere inutile il lavoro dell’attacchino.

 

Archivio distrutto dai tedeschi

In teoria, invece, dovrebbe essere molto più lunga la vita degli esemplari conservati in archivio; ma i traslochi della tipografia  avvenuti nel tempo e, non ultimo, le distruzioni subite a opera dei tedeschi in ritirata  da Macerata nel giugno del ’44, hanno azzerato quanto prodotto dal 1919 – data di nascita della UTO – alla fine del conflitto.

 

La vecchia sede oggi sala mostre e convegni

Quello che resta del periodo successivo è comunque un interessante spaccato di storia locale, presentato per di più nella vecchia sede della tipografia, in vicolo Consalvi, oggi adibita a sala convegni e mostre, che ancora presenta volutamente ben visibili i segni dell’attività ivi svolta, in oltre mezzo secolo di vita.

 

Il manifesto più antico

Nel manifesto politico più antico, datato 16 novembre ’44, l’avv. Borioni, appena nominato Commissario per l’epurazione  di quanti avevano preso parte attiva nel Regime, solo da pochi mesi caduto in città, elenca i duri provvedimenti che verranno adottati.

 

I soldati polacchi

Giustizia, pace e democrazia è invece quanto chiedono con un manifesto bianco e rosso (come i colori della bandiera) i soldati del 2° Corpo polacco del gen. Anders che hanno contribuito a liberare  Macerata insieme con i partigiani del Gruppo “Nicolò” di Augusto Pantanetti. Temono giustamente, e i fatti successivi lo confermeranno, che i tedeschi invasori della loro patria verranno sostituiti dalle armate rosse.

 

Le battaglie politiche tra Dc, Pci e Msi

Gli anni del dopoguerra non sono comunque facili anche per la nostra giovane democrazia; ma le battaglie in città tra DC, PCI, MSI e via dicendo sono violente ma solo cartacee, come ben  dimostrano i numerosi manifesti esposti.

 

Manifesti curiosi

Non mancano i pezzi divertenti, come quello sui missili sovietici a Cuba, con Togliatti che all’inizio nega la loro presenza, confermata poi da Krusciov, per cui il “Migliore” ne deve prendere atto con un “Amen”. Interessante è il manifesto del MSI contro il film di De Santis “Italiani brava gente” del dicembre ’64 con la difesa dei valori morali del Paese e l’indignazione dei giovani missini contro il cedimento  del Governo di centro-sinistra verso il marxismo.

 

Manifesti degli avvenimenti maceratesi

Di tutti i problemi e le questioni che hanno agitato la piazza maceratese dagli  anni ’50 in poi i manifesti della UTO ne danno un’ampia panoramica: dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica, all’abolizione della mezzadria, alla istituzione delle Regioni. Non manca, con molto anticipo rispetto al ’68, il forte richiamo dell’Organismo rappresentativo universitario maceratese (ORUM) in un manifesto del giugno ’64  per una Università nuova, democratica, finanziata adeguatamente. Infine, fra i tanti manifesti, spiccano quello del ’29 per il centenario dello Sferisterio con la presenza di Beniamino Gigli e l’invito del 6 luglio ’62 alla cittadinanza all’inaugurazione del Museo della carrozza, dono munifico del conte Conti su iniziativa del Lions club. Tanti sono i ricordi  che ritornano nel vedere il materiale esposto; la UTO del cav. Giuseppe Pallotta ha anche in questo modo reso un utile servizio alla città, così come del resto continua a fare, lavorando con lo stesso impegno e professionalità che l’hanno caratterizzata in questo lungo e travagliato secolo.

Siriano Evangelisti

31 dicembre 2019

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