L’anello di Silvianus, antico gioiello romano del IV secolo d.C.

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Tolkien, per la sua saga “Il Signore degli Anelli”, molto probabilmente si ispirò all’anello di Silvianus, un antico gioiello romano del IV secolo d. C. ritrovato a Vyne nelle campagne dell’Hampshire in Inghilterra, nel 1785.

 

L’anello

L’anello di Silvianus, di forma decagonale, ha un diametro di 25 mm. e un peso di 12 grammi. Su di esso è presente una smussatura quadrata in cui è incisa una immagine della dea Venere ai lati della quale ci sono le lettere “VE” e “NVS” (Venus), in scrittura capovolta. In questo modo, quando l’anello è utilizzato come sigillo, le lettere e la immagine appaiono in bassorilievo e scritte nel senso giusto. Sulla cintura di questo anello vi è incisa la frase “SENICIANE VIVAS IIN DE”, con erronea doppia “I”, senza la “O” terminale. La iscrizione pertanto sarebbe: “VIVAS IN DEO”, comunissima iscrizione dei romani britannici  “Vivi in Dio”.

 

La maledizione

La cosa singolare fu che all’inizio del XIX secolo, presso un tempio romano dedicato al dio Nodens a Lydney nel Gloucestershire, a un centinaio di chilometri da Vyne, fu scoperta una “defixio”, una lamina di piombo incisa a graffio recante una maledizione inerente il nostro anello, che recitava:

DEVO NODENTI SILVIANVS ANILVM PERDEDIT DEMEDIAM PARTEM DONAVIT NODENTI INTER QVIBVS NOMEN SENICIANI NOLLIS PETMITTAS SANITATEM DONEC PERFERA VSQVE TEMPLVM DENTIS

(Traduzione: Per il dio Nodens. Silvianus ha perso un anello e ne ha donato una metà [del suo valore] a Nodens. Tra tutti quelli chiamati Senicianus non sia concessa buona salute fino a che esso non sia riportato al tempio di Nodens).

 

Il furto

Cosa era successo? Pare che Senicianus abbia rubato l’anello a Silvianus che non riuscendo a farselo restituire dona la metà del valore in denaro dello stesso al dio Nodens lanciando una maledizione: che Senicianus possa ammalarsi e non guarire fino a che non riporti l’oggetto al tempio (in dialetto potremo dire “te possa pijà un gorbu”, “ti possa prendere un accidente”). Senicianus dopo aver rubato il gioiello ci aveva fatto perfino incidere il suo nome. In fondo Silvianus era stato magnanimo concedendo la guarigione a Senicianus nel caso si fosse ravveduto.

 

Nodens

A quel punto l’archeologo Wheeler, scopritore dell’anello, interpellò Tolkien, professore di filologia a Oxford, per informazioni sul nome Nodens. Senza perderci nelle spiegazioni, il nome deriva dalla radice celtica “noudont”, “prendere”, “afferrare”, quindi un dio associato alla caccia, ai cani ma anche alle guarigioni e al mare.

 

Il tempio

Il complesso templare di Lyndney era molto particolare: era rettangolare e aveva due cappelle laterali. La strana disposizione fu probabilmente influenzata dalla popolarità dei culti mistici nel III e IV secolo, che a loro volta influenzarono la struttura della successiva chiesa paleocristiana. Del complesso, circondato da un muro di pietra, faceva parte una piscina, un serbatoio per rifornirla e un grande locale per ospitare i pellegrini.

 

Il cane

Il cane non era associato a Nodens per la caccia ma per il fatto che alla sua saliva si attribuissero poteri curativi: poco distante dal tempio fu trovato uno splendido cane in bronzo probabilmente dono votivo. Del resto San Rocco viene spesso ritratto con a fianco un cane che gli lecca le piaghe della peste: rimembranze pagane o solo un caso? La cristianizzazione ufficiale dell’Inghilterra avviene abbastanza tardi, alla fine del VI secolo quando Gregorio Magno invia sull’isola un gruppo di missionari. Come spesso accade, paganesimo e cristianesimo coesisteranno per diverso tempo, con fenomeni di sincretismo, come a esempio feste pagane diventate cristiane o templi diventati chiese.

 

Pacha Mama

Sarebbe lecito però chiedersi se la Chiesa abbia sostituito la “forza” degli Dei pagani o se le due spiritualità si siano fuse in un fenomeno di sincretismo, alla ricerca di un Panteismo che pare riscoperto dalla Chiesa Romana, che alcune settimane fa ha fatto sfilare in San Pietro la Dea Madre Inca Pacha Mama. Il povero Sant’Agostino che aveva tanto combattuto i pagani e che credeva di giungere alla verità uno itinere, dovrà vedere le Chiese ritrasformarsi in Templi?

Modestino Cacciurri

3 gennaio 2020

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