Emergenza coronavirus: 7 proposte concrete dal Comitato

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Une delle emergenze causate dal rapido espandersi del coronavirus è quella della mancanza di posti letto negli ospedali, significativamente forte nelle Marche dopo la chiusura di tante strutture ospedaliere, per cui il Comitato Pro Ospedali Pubblici delle Marche propone al Presidente della Regione Luca Ceriscioli un elenco di 7 punti per fronteggiare questa emergenza che sarà sempre più grave e meno circoscrittta.

I sette punti della proposta

Punto 1 – riaprire i 13 ospedali chiusi con la dgr 735 (Sassocorvaro, Fossombrone, Cagli, Sassoferrato, Chiaravalle, Cingoli, Loreto, Treia, Recanati, Matelica, Tolentino, Sant’Elpidio a Mare, Montegiorgio) dotandoli dei posti letto per acuti e lungodegenza precedentemente soppressi, commisurati al relativo bacino d’utenza e gestiti in coordinamento con l’ospedale maggiore di riferimento;
Punto 2 – ripristinare reparti e posti letto adeguati al bacino d’utenza anche negli ospedali che pur non essendo stati chiusi e del tutto smantellati, sono stati fortemente depotenziati (Pergola in AV1, Fabriano ed Osimo in AV2, San Severino Marche in AV3, Amandola in AV4);
Punto 3 – impiegare i 13 ospedali riaperti (di cui al punto 1) e gli altri nosocomi ripristinati (di cui al punto 2) per accogliere i casi di media e bassa complessità non legati al corona virus che necessitano di ospedalizzazione ma che in questo momento, causa emergenza, non vengono più ospedalizzati e sono trattati a casa o a volte non sono trattati affatto;
Punto 4 – solo laddove esista la possibilità di creare aree di reparto in isolamento e relativi percorsi protetti, prevedere negli ospedali di cui al punto 1 e 2 posti letto anche per accogliere i casi positivi da coronavirus di intensità medio-bassa, dal momento che molte di queste strutture ospedaliere al momento caratterizzate da ampi spazi vuoti e sottoutilizzati, sono ancora dotate, proprio per essere state ospedali pienamente in funzione fino a pochi anni fa, di strumentazioni e/o predisposizioni strumentali idonee al trattamento di casi di covid-19 di bassa gravità, quali in primis la presenza di un apparato di ossigenazione e di terminali di arrivo dell’ossigeno nelle varie stanze e sale;
Punto 5 – prevedere in ciascuno degli ospedali di primo livello (Pesaro, Urbino e Fano per la provincia di Pesaro-Urbino; Senigallia, Jesi, Ancona-Inrca per l’AV2; Macerata, Civitanova Marche e Camerino per l’AV3; Fermo per l’AV4; Ascoli Piceno e San Benedetto per l’AV5), n.1 unità operativa complessa specifica per i degenti affetti da coronavirus di medio-alta complessità, con terapia intensiva e in coordinamento con la rianimazione, aventi le caratteristiche di isolamento e percorsi protetti come richiesto dai protocolli, provvista di numero di posti letto, terminali di ossigenazione, apparecchi di ventilazione e altra necessaria strumentazione in numero e volumi proporzionali al bacino d’utenza. Ciò sarebbe reso possibile dalla decongestione di cui beneficerebbero gli ospedali di primo livello con l’applicazione delle misure indicate nei nostri punti 1, 2 e 3;
Punto 6 – aumentare la capacità ricettiva delle 3 unità operative di malattie infettive che sono attualmente presenti sul territorio regionale, ossia il reparto di Pesaro, quello presso l’Umberto I di Ancona e quello di Fermo, i quali in via cautelativa dovrebbero essere rapidamente potenziati e maggiormente dimensionati in posti letto e strumentazioni, in modo da poter soddisfare all’occorrenza i casi provenienti anche dalle n.2 aree vaste che ne sono sguarnite: AV3 (provincia di Macerata) ed AV5 (provincia di Ascoli Piceno). Tale sovradimensionamento presuppone ed è reso attuabile dall’implementazione delle misure sopra indicate;
Punto 7 – riservare all’ospedale regionale di Ancona i soli casi di estrema gravità di covid-19, se necessario aumentando i posti letti dedicati, a fronte della decongestione che si otterrebbe su tutta la rete ospedaliera regionale mediante l’adozione delle misure di cui ai nostri precedenti punti.

Beatrice Marinelli – Dirigente tecnico del Comitato Pro Ospedali Pubblici Marche 

6 marzo 2020

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