Conosciamo Lauretta Gianfelici e la sua idea per Macerata

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Mi chiamo Lauretta Gianfelici. Ripeto: Lauretta e non Loretta, come alcune testate locali hanno riportato, e nemmeno Loredana, perché Loredana è mia sorella, anche lei molto nota in città, con un peso specifico forte nella governance cittadina e regionale. Spiego questo perché non vorrei si generasse confusione sia in merito ai nomi che ai Partiti.

Le due sorelle – Infatti Loredana Gianfelici è nel Pd, anche nazionale, mentre la sottoscritta Lauretta Gianfelici ha scelto una effe in più PdF, Popolo della Famiglia. Loredana è sulle poltrone e nel backstage, per usare un termine teatrale, visto che sono anche una musicista, mentre io faccio politica in mezzo alla gente: niente poltrone né palazzi. Ci metto la faccia in ciò che faccio. anche il cuore e le mani. Sono ex insegnante, imprenditrice e mamma, di due figli. Sono nata il 12 Settembre 1963e mi sono sposata nel 1983, dunque molto giovane.

La politica nel sangue – Va subito chiarito e comunicato che la sottoscritta nasce dalla politica, sia da parte di madre che di padre; non sono “una scappata de casa” per usare una espressione cara al nostro presidente Mario Adinolfi. Ho respirato politica fin da piccola, ho la politica nel sangue, proprio come eredità di trasmissione dei miei genitori naturali. E il sangue non è acqua. Permettetemi questa affermazione e come prova potrei riportare testualmente le parole usate da uno scrittore, giornalista, avvocato e senatore della nostra Repubblica Italiana, che vi assicuro conosce  molto bene Macerata e la sua storia.

Il messaggio del senatore – Questo nobil signore pochi giorni fa, dopo l’annuncio della mia candidatura, mi scriveva questo: “… Lei Lauretta è figlia di uno di quei cavalli di razza del tempo , colti e intelligenti, molto diversi dagli uomini che ci governano oggi. E di questo deve tenerne conto. La città di Macerata, è stata distrutta da quanti l’hanno governata, che  meriterebbero di essere portati in giro per la città come prevedeva la gogna medioevale per i traditori e i tiranni. Combatta, non si sottovaluti, non le manca l’energia e nemmeno la preparazione e le idee. Lei è rimasta a Macerata, poteva stare altrove ama la sua città. Le auguro soddisfazione e gloria”.

Musicista, allieva di grandi Maestri – Ho studiato principalmente, ma non solo, a Macerata e a Pesaro, frequentando anche il Conservatorio G. Rossini con 2 eccellenze maceratesi nel mondo: il Maestro Marco Mencoboni, clavicembalista e organista (fratello di un componente dei Vincisgrassi che i maceratesi apprezzano) e il Maestro Lorenzo Bavay, pianista. Sono diventata socia fondatrice dell’ex Scuola di Musica Liviabella. Oggi Scuola Civica Scodanibbio, dove ho insegnato per tanti anni. Grazie alla prof.ssa Silvia Santarelli, ho collaborato col maestro Bruno Bizzarri, di Civitanova, docente al Conservatorio di Pesaro e sono stata introdotta in master class di maestri prestigiosi. Sono stata una dei primi giovani soci dell’Associazione Amici per la Lirica, negli anni ’70 e ho sempre accompagnato allo Sferisterio tantissimi maestri di Conservatorio provenienti da ogni città d’Italia.

Ha viaggiato in mezzo mondo – Ho curato per diversi anni, nella città di Macerata, gli scambi interculturali per l’AFS Program. In seguito l’ho fatto con l’Associazione internazionale Asse. Negli anni 2003-2004 ho seguito gli scambi culturali in particolare con due paesi: Nuova Zelanda e Australia. Ho viaggiato tanto, in molte parti del mondo, per turismo, iniziando da piccolissima: avevo 11 anni. In seguito, l’ho fatto per lavoro: necessità familiari mi hanno coinvolto in attività di commercio, anche con l’estero, prima in Europa, poi anche in Asia.

Il “grazie” del figlio – Da genitore ho incoraggiato gli studi dei miei figli in molte parti del mondo, sempre convinta del valore umano -oltre che culturale in senso lato -, dell’incontro e della conoscenza di altri costumi e modi di concepire la vita, del valore dell’amicizia fra i popoli, come la memoria di Padre Matteo Ricci, gesuita missionario in Cina, ci ha fatto ben comprendere. Quando mio figlio si è laureato, nel frontespizio del suo book di laurea alla voce “ Ringraziamenti”, ha scritto: “Vorrei prima di tutto ringraziare mia madre per avermi insegnato che la vita è mia, cha va vissuta e soprattutto per avermi sempre sospinto ‘invisibilmente’ mentre facevo i miei passi. Infine un ringraziamento particolarmente sentito va a tutti i Kilometri percorsi in questi anni per le vie del mondo. Vi ringrazio  uno a uno”.

L’imprenditrice – A Macerata ho aperto il primo negozio in corso Cavour  negli anni novanta, mentre ancora insegnavo. Ho trasferito l’attività nei locali di famiglia in Via Dei Velini, in cui sono rimasta  fino al 2014, portando in città il gusto Francese per la tavola e gli arredi, le eccellenze di artigianato fiorentino e di molte parti d’Italia, d’Europa e del mondo, anche indiano. Ho inaugurato un marketing nuovo, una nuova comunicazione esterna e interna al negozio, coltivando sempre con attenzione l’accoglienza e il bisogno, il desiderio e la curiosità della clientela. In sintesi vorrei solo sottolineare che come tutti ho fatto tutta la mia strada di fatica e gavetta. Ho sempre lavorato tanto, studiato e lavorato. Mi interesso anche di Storia Filosofia e Psicologia.

Inizio dell’attività politica – Più attivamente sono scesa in politica nel 2007, dopo aver detto tanti “No” per anni a vari partiti. Non mi sentivo pronta, avrei fatto confusione tra gli studi che ancora portavo avanti, la famiglia, i figli, i bisogni e le priorità della famiglia che avevo costruito col matrimonio e fortemente voluto. Dal 2007 ho fatto politica passando per la porta del welfare – sociale e assistenziale -, andando di casa in casa, a portare di me e con me ciò che potevo: dall’aiuto materiale, alla compagnia, all’ascolto.

Il “Centro Zaccheo…” – Sono stata a contatto con la gente, con i loro profumi e la loro essenza, fornendo un aiuto concreto per spezzare l’isolamento o il disagio che creano i problemi, fino a costituire una Associazione chiamata “Centro Zaccheo. Oggi vengo a casa tua” che continuasse lo scopo in modo più organizzato e diventasse anche un luogo fisico e relazionale per chi ne comprendeva e accoglieva lo spirito, per chi voleva rompere l’isolamento e rialzarsi. Mi sono consultata con tanti sacerdoti e col Vescovo Giuliodori, prima di fondarla e ancora oggi li ringrazio, perché è stata una esperienza bella, significativa, di grande crescita, dai buoni frutti, lasciata in mano ad altre persone poco dopo averla fondata, in quanto contrastata dalla mia famiglia: “ero contro corrente sulla loro strada”. Nessuno è profeta in patria. Pazienza.

Verità e ascolto – L’Associazione ha fondato tutta la sua mission sulla verità nella relazione e nell’ascolto, sulla necessità per l’uomo -in ogni ruolo- di rieducarsi continuamente. Ciò che l’attualità ci sta dimostrando e ciò che dovrebbe essere la base fondante della politica, oggi più di ieri, nutrimento del legame terreno di cui l’uomo deve tenere conto, che lo mette in relazione e in ascolto, ma anche in comunicazione con il Cielo, ultima nostra dimora.

La collaborazione con le scuole – L’Associazione ha collaborato con molte scuole per il profitto dei ragazzi e nel rapporto scuola-famiglia. Ne ricordo due (non me ne vogliano le altre): l’ Ipsia Corridoni e la Scuola Alberghiera di Cingoli, grazie alla sensibile intelligenza e professionalità di molti insegnanti e dirigenti.

Amore per le Forze dell’Ordine – Fin da giovanissima la mia mamma naturale mi ha trasmesso l’amore per la divisa e per le Forze dell’Ordine. Questo ci tengo a dirlo. Sono cresciuta in mezzo a loro e grazie a loro ho incamminato i miei primi passi da solista al pianoforte: era un grande onore per me suonare per loro, a esempio negli incontri presso l’ex Distretto Militare ma non solo, e avere ancora oggi amicizie fra gli esponenti delle Forze dell’Ordine sia a Macerata che altrove. come in Ancona e a Roma, in Campania e Puglia o in Lombardia. Amicizie importanti ancora oggi, dopo 38 anni circa. Che mi riportano anche ai ricordi con mia madre.

Cosa mi ha spinto ad accettare la proposta alla candidatura? Perché apertamente in politica oggi? – Le evidenze ignorate o colpevolmente trascurate e in seguito rabberciate, quelle che già camminavano nei sotterranei della città di Macerata e che ancora oggi salgono dalla cittadinanza stessa, dai giovani -inascoltati- e dalla storia della città alla quale non si da più onore. A Macerata hanno lasciato crescere la complessità e il caos, le sfide non vengono governate, ma sotterrate (La questione della Lube Volley che abbiamo lasciato andar via, eccellenze tra i nostri giovani che lavorano all’estero e non faranno più ritorno in città, parcheggi e accoglienza, salita meccanizzata neanche studiata e prevista, centro storico reso un souk orientale, strade impraticabili nelle ore di punta e mi riferisco a quelle che da Villa Potenza, Piediripa o Sforzacosta collegano la città, marciapiedi non consoni ai disabili, la galleria del Commercio e sottopassi senza manutenzione, sporchi, attività chiuse, perfino le più belle e storiche, che rendevano elegante la città e attiravano dall’entroterra. Sono solo alcuni esempi )

È caduta l’attenzione verso la buona politica – È caduta l’attenzione verso la buona politica che come albero buono produce buoni frutti. Se ipotizzassimo un questionario come fece anni fa il Vescovo di Fabriano, Don Vecerrica, -mentre fu a Macerata è stato il celebrante delle mie nozze e mio insegnante al Liceo G. Leopardi-, e chiedessimo loro in modo anonimo di esprimersi, credo fermamente che dovremmo ingoiare dei grossi rospi. La de responsabilizzazione di tutte le forze politiche fino ad oggi presenti in città hanno portato all’escalation malavitosa sfociata nei fatti che ben conosciamo e di cui la città è ancora dignitosamente scioccata. Lo sforzo enorme delle forze dell’ordine e del nuovo Questore deve essere validamente supportato da politiche specifiche, anche giovanili, oltre che culturali, di welfare sociale e nell’ambito del lavoro. Ecco perché la politica oggi nella mia vita!

Famiglia, base per una buona società civile –  Sono inoltre convinta della necessità di incoraggiare e sostenere la famiglia, prima casa e prima radice di buon cammino per la società civile. Occorre riprendere per Macerata un buon cammino, su una buona strada, ma nella verità, non con ciò che le somiglia. Non esistono somiglianze, ma differenze Il buonismo non è uguale alla bontà o al bene; l’utile è per tutti, non è utilitarismo; la beneficenza non è solidarietà; sostegno non è unilateralità, ma multilateralità in cui al centro  ci deve essere per forza qualcosa di superiore che accomuna e mette d’accordo tutti per il Bene Comune da consegnare ai nostri figli.

Coinvolgere il Cittadino – Occorre ristabilire un rapporto concreto e personale col cittadino, dare al cittadino una ragione per sentirsi coinvolto, perché la città è Bene Comune per tutti. Il Progetto “democrazia partecipativa” che si legge sul sito del nostro municipio è rimasto sulla carta, specie dove asserisce “facilitare l’integrazione tra i vari livelli della società civile politico-amministrativo, sociale, culturale, associativo, cittadino, urbano e periferico, etc.”.

La ribellione del buon senso e dell’amore – Da candidata conto su ciò da cui sono stata mossa io: la ribellione del buon senso e dell’amore che spero rinasca e cresca dalle famiglie maceratesi, nucleo propulsore dell’amore che convive nonostante le diversità, amore che produce e salva. La nostra amata città capoluogo di provincia deve tornare a essere protagonista e a brillare, deve invertire la marcia e la qualità assai scadente che le è stata imposta. Con umiltà dico di conoscere bene il tessuto della città, di amarla questa città. Dico il vero se vi evidenziassi che avrei potuto vivere in vari altri posti, meglio, con meno soldi e con meno problemi.

Le 7 evidenze – Dunque ho trasformato in coraggio (perché oggi ci vuole coraggio per scendere in politica) una consapevolezza crescente  verso alcune importanti evidenze:

1 – La città è in una sorta di rassegnazione, spenta, senza anima e senza mèta. Le logiche dei soliti partiti non hanno nei fatti prodotto crescita, benessere e sicurezza, non hanno fatto brillare la città, non hanno reso onore alla storia della città.

2 – La politica Pd ha solo giocato alla corsa dei profitti personali, combinando pasticci.

3 – Ha consegnato gravi problemi alle Forze dell’Ordine, lasciandole ancora sole mentre operavano uno sforzo immane.

4 – Non ha aiutato le attività commerciali, ma ha addirittura contribuito perché chiudessero,

5 – Ha lasciato quasi nell’abbandono le famiglie (le più disagiate -e non solo- ma ce ne sono tante), lasciate a se stesse, in un perimetro cittadino e contestuale col territorio circostante che negli anni è diventato difficile, come i fatti del 2018 e il lavoro attuale delle Forze dell’Ordine ci dimostrano. 

6 – Da decenni a Macerata non riesce a vincere un’alternativa, non esiste più neppure l’opposizione. Qualcosa vorrà dire.

7 –  I risultati dicono che il nostro capoluogo di provincia – a metà tra mari e monti- non si sa più di che essenza profumi e quale ossigeno respiri.

Perché il Popolo della Famiglia – Il PdF oggi è l’unico partito che può aiutare Macerata per quanto esposto nei 7 punti. Mi sono innamorata del PdF  perché ha chiara coscienza di sé, non fa protesta ma proposte, dunque politica. Il PdF non è coinvolto nella ubriacatura della spartizione di potere e giochi nascosti che non mirano a favorire il Bene comune. Il Popolo della Famiglia è un soggetto politico aconfessionale e valoriale, di ispirazione cristiana; si fonda su corpus identitari precisi, che si basano sulla dottrina sociale della Chiesa, sul valore della vita e della famiglia. È un partito realmente democratico, aperto ai non credenti e alle altre confessioni religiose che condividono il suo programma in difesa di valori “non negoziabili”.

Le relazioni da ristabilire – Con la squadra che entrerà in lista con me siamo d’accordo sulla necessità di ristabilire una relazione e un legame dinamico fra il palazzo del Comune e la cittadinanza TUTTA, tutte le Forze e le eccellenze della città, anche Istituzionali e Associative. Il PdF può fare la differenza per i pilastri su cui poggia, le lotte che fa, l’attenzione alla persona e alla famiglia. Bisogna scegliere il PdF per tornare alla vita, perché è animato da valori veri non negoziabili e da responsabilità, perché non può che dirigersi sempre verso la scelta della dignità e del servizio al Bene Comune, dalla parte delle famiglie e degli ultimi, opponendosi alla politica dello scarto, del buio, delle disuguaglianze, auna non-libertà educativa. Basta con la politica dell’incertezza, dell’emergenza, degli spot pubblicitari: emergenze educative, sanitarie o di sicurezza, volutamente rimandate e irresponsabilmente trascurate.

Cosa farei – Vorrei ridare anima, mission e direzione precisa al cammino della città, con un progetto immediato che guardi anche alla sua storia. Vedo nell’immediato alcune  necessità:

1 – ridare una forte configurazione, buon gusto e benessere al centro storico, alle sue attività commerciali, che hanno dovuto chiudere, invece consentivano una offerta multilaterale alla città, oggi costretta ad abdicare verso altre mète perché ormai l’unilateralità -ossia solo pizzerie bar e ristoranti- domina a danno della voce inascoltata di commercianti e artigiani, di boutique di ogni genere, non solo abbigliamento, che al contrario attiravano clientela dall’entroterra e dal mare;

2 – rinvigorire e trasformare il turismo, con un Progetto serio che lo modifichi, perché non sia solo stagionale e di giornata, ma che coinvolga tutte le stagioni dell’anno perché produca scambio e ricchezza, e sia creato in rete con le Associazioni di eccellenza che già ci sono!

3 – Organizzare una messa in rete di tutte le Associazioni distinte per mission secondo il loro statuto per creare progetti virtuosi e maggiore attenzione verso le Mamme e le giovani coppie (Il PdF propone il reddito di maternità e agevolazioni per le giovani coppie); per attuare politiche giovanili mirate, anche verso gli universitari ospiti in città; per ottimizzare il welfare socio assistenziale, specie territoriale; per favorire la digitalizzazione nelle famiglie e nelle scuole.

Il Sindaco e i Cittadini – Un sindaco deve conoscere i suoi concittadini tutti – perché tutti devono essere rappresentati. Consentitemi la metafora di Papa Francesco quando ha detto ai sacerdoti e ai ministri della Chiesa che occorre avere su di sé la puzza delle proprie pecore. Il PdF ha un’identità molto precisa che occupa un nuovo terreno di dibattito politico e cavalca le sfide che presenta, quello antropologico. Macerata col PdF risorgerà dalle sua fondamenta, sorriderà e consegneremo frutti buoni ai nostri figli.

30 maggio 2020

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