La chiara e attuale visione politica di Lauretta Gianfelici del Popolo della Famiglia

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Secondo Lauretta Gianfelici, candidata a Sindaco di Macerata per il Popolo della Famiglia, il nostro territorio è sofferente per colpa delle “Tre C”, ossia Catastrofe, Ceriscioli, Carancini e per  dare sostanza a questa sua affermazione parte da alcune delle evidenze più recenti:

1 – terremoto e ricostruzione;

2 – sanità, con tutte le sue carenze e il Covid center di Civitanova inaugurato e subito chiuso;

3 – carenze nel welfare sociale, mancanza di politiche per i penultimi e gli ultimi, per la famiglia, ora più che mai in difficoltà;

4 – disoccupazione e denatalità;

5 – a Macerata le piscine e la cittadella dello sport mai realizzate, come pure il rinnovamento del Fontescodella mai avvenuto che ha causato la perdita della Lube Volley, un nuovo centro commerciale;

6 – tanti Progetti  e fondi Europei disponibili in ogni campo: quali concreti risultati? Quali sono i numeri e le percentuali di statistica che dimostrano il raggiungimento del Bene Comune?

7 – Nessuna risposta concreta di ripartenza nel mondo economico, nel welfare dalle tinte sempre più scure e dentro i bisogni giornalieri, concreti, tangibili, del singolo, del commerciante, della famiglia, dopo un fenomeno inaspettato, sconosciuto e diverso da qualunque altra epidemia o guerra vissuta;

8 – ancora spreco, sguardo -oggi superfluo dunque non utile- solo verso le grandi opere; un perimetro pubblico che rimpicciolisce, una governance sempre più sotto l’influenza del privato, unico beneficiario, una macchina amministrativa perfino pachidermica, non implementare e adeguata, spinta dal backstage alla quale governatore e sindaco prestano volentieri faccia e mani.

Chi ha gestito fino ad oggi ha illuso di trovare soluzioni per il Bene di Tutti e ha fatto politica con “spot pubblicitari” mentre la vera sfida non può prescindere dal piano antropologico.

Non ci sono più alibi. Prima delle cariche che assumiamo, dei vestiti che indossiamo, delle parole che usiamo e del come lo facciamo, siamo uomini che dovremmo rispondere ai canoni che ci distinguono da altri esseri vertebrati. Sono certa che ormai l’elettorato ha ben consapevolezza che ci ritroviamo tutti uniti nell’umanità che condividiamo, con tutte le nostre diversità, e ci deve impegnare la società stessa che formiamo.

Un concetto fondamentale – La politica o è servizio e legame terreno, concreto, oppure è strumento di potere finalizzato a se stesso, che ha sempre un tramonto certo, spesso veloce e senza dignità.

La quarta lettera “C” – Non dobbiamo avere paura della verità. La situazione di Macerata e delle Marche in genere è complessa. Occorre con-vertere ossia capovolgere tutti i criteri adottati finora, in una sinergia con le buone Istituzioni, che sia basata sulla verità e sul riconoscimento che tutti siamo strumenti non per noi stessi, ma per tutti, senza scarto, e che della piccola goccia apportata ai nostri fiumi e mari dobbiamo rendere conto, perchè la storia cammina attraverso noi che ci mettiamo a disposizione con coraggio. Perchè oggi per affermare ciò che sto dicendo ci vuole solo Coraggio. Ecco, Coraggio, la lettera “C” che manca alle prime tre annunciate.

Ecco le persone che “servono” – Bisogna cercare persone che sappiano dire la verità e confrontarsi su questa, che abbiano responsabilità e trasparenza, che tornino a governare, non a coprirsi di governance, che siano preoccupati di vedere i problemi e i bisogni dei loro concittadini, di tutti i marchigiani e degli ospiti regolari che rispettano le nostre Istituzioni e la nostra Costituzione, per trovare soluzioni, a costo di sacrifici. Non ci può essere delusione su questa base. Oggi abbiamo crisi e difficoltà che non possono permettere sprechi; abbiamo bisogno di formazione, lavoro e azione monitorata da risultati concreti che ci indichino se la strada per la mèta e l’identità che ci siamo ridati è giusta.

Oggi occorre lo “spirito di servizio” – C’è bisogno non di tuttologi o di manager. Diverso è il governo di un capitano, da quello della collegialità dei suoi collaboratori: lui non abbandona mai la nave. Gioisce e soffre con essa. Diverso è un politico da uno statista. Il governo è il cuore di un uomo che sa vedere senza riduzioni e interessi suoi o di chi rappresenta, che sa scegliere un gruppo di persone che intendono mettere a servizio le proprie competenze e si fanno sempre le domande giuste per dare inizio alle proprie azioni e proposte”.

10 giugno 2020

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