Un soprannome, oggi, imbarazzante: Parbacélli-Palpacelli

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Tra i soprannomi spregiativi e di connotazione oscena vi è Parbacélli. Questo soprannome, così a orecchio, oggi che si va dimenticando il dialetto, si traduce normalmente in “Palpa-uccelli”, con chiaro riferimento ai toccamenti erotici, dacché l’organo sessuale maschile è volgarmente detto céllu (uccello). All’epoca in cui il soprannome era attribuito la pesante beffa non esisteva, perché esso traeva origine da un mestiere esercitato nell’attività venatoria. Infatti pàrba in dialetto arcaico era l’ala e parbà’ era il verbo derivato “svolazzare”. A tale proposito si rammenta che le ciglia sono dette parbìtole (piccole ali). Ora, parbacélli era la qualifica dell’uomo che negli appostamenti fissi di caccia (palommare, topacchjare, nocétte, ròccoli) provocava, tirando una cordicella, gli svolazzamenti di richiamo degli àzzichi, (da cui tirà’ l’àzzicu – stimolare) uccelli che attiravano i volatili di passaggio in cerca di pastura o di sosta tranquilla.. 

Claudio Principi – da “Dicerie popolari marchigiane”

10 giugno 2020

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