Arte visiva condivisa come metodo educativo e terapeutico

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Lab free art è un laboratorio artistico delle comunità educative e terapeutiche gestite dalla cooperativa sociale Pars onlus, con l’obiettivo di avvicinare i giovani ospiti all’utilizzo delle arti visive per comunicare il proprio mondo interiore e stimolare la capacità creativa, all’interno di un ambiente socializzante nel quale è possibile condividere i propri stati emotivi.

Il laboratorio, a cura della professoressa Cristiana Torresi, è realizzato nella comunità terapeutica “Santa Regina”, nei centri “La Ginestra” e “Don Vincenzo Cappella” di Corridonia e nelle comunità educativa per minori di Morrovalle e di Civitanova Marche.

“Lab free art nasce con l’intento di dare un beneficio ai nostri ospiti e utilizzare l’arte figurativa come espressione della propria personalità per raccontare se stessi, i propri sogni, i propri desideri e condividerli con gli altri del gruppo- afferma la docente Cristiana Torresi -. Siamo partiti con la creazione del logo, assemblando alcuni disegni creati dai partecipanti al laboratorio e abbiamo scelto di chiamare questo laboratorio ‘free art’ per sottolineare l’importanza della libera espressione, e anche in riferimento anche al disegno a “mano libera””.

Dalla creazione del logo, a lezioni teoriche per familiarizzare con le tecniche e i mezzi impiegati nell’arte visiva, a momenti di riflessione sulle proprie emozioni e sui propri vissuti, a progetti di grafica e illustrazione, questo laboratorio aiuta a sviluppare capacità introspettive e comunicative e a migliorare il modo di comunicare e relazionarsi con gli altri oltre che acquisire maggiore autostima e consapevolezza di sé.

“I partecipanti hanno dai 6 ai 17 anni nelle comunità educative e dai 18 ai 40 anni circa nelle comunità terapeutiche – spiegano i referenti Pars-. Facciamo sperimentare diverse tecniche come la pittura, il collage, il disegno a mano libera, la grafica, l’illustrazione, alternando momenti di libera espressione al raggiungimenti di obiettivi concreti. Per i partecipanti più grandi, si lavora a progetti dove si unisce l’arte alla creazione di oggetti di utilizzo quotidiano con uno sguardo al mondo del lavoro. Stanno elaborando ad esempio grafiche per tessuti come borse o t-shirt o agende. Inoltre, stiamo scegliendo idee per realizzare decorazioni in alcuni luoghi delle varie strutture. Il tema è il cambiamento, la trasformazione”.

Racconta uno degli ospiti: “Sono in comunità da quattro mesi e, dopo la modalità a distanza, finalmente abbiamo potuto fare il laboratorio in presenza. Mi rilassa molto, Cristiana è una persona splendida e mi ha insegnato molte cose belle e soprattutto ho riscoperto il piacere di disegnare”.

“L’arte dona loro la possibilità di comunicare un pensiero anche laddove ci sono difficoltà espressive, e durante questi lavori di gruppo ci si sente parte attiva – conclude la Torresi -. L’arte riesce a farli sentire liberi di esprimersi, senza sentirsi giudicati, diventa un linguaggio diretto, chiaro, dove si può raccontate la propria storia, il proprio percorso. Anche durante la fase di lockdown il laboratorio non si è fermato, ma a distanza i nostri ospiti hanno potuto realizzare opere artistiche. I bambini e i ragazzi si sono approcciati con interesse e curiosità, non si sono mai persi d’animo, è stato un momento per continuare a stare insieme”.

18 luglio 2020  

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