Ripensare la Sanità: un errore la chiusura dei piccoli ospedali

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Facciamo un po’ di cronaca della legge 833  del 1978 istitutiva del servizio sanitario nazionale e sue modificazioni, con l’Europa che dovrebbe favorire, nel settore, una intesa tra i Paesi aderenti. Questa legge affida la gestione agli Enti Regioni (alcune Regioni hanno mostrosità burocratiche, quasi non fosse quello sanitario un servizio nazionale e che tra le regoni italiane esistessero frontiere) e allo Stato; consente ai presenti nel Paese la fruizione del diritto al benessere fisico: stabilisce il principio di universalità e di uguaglianza. Vale a dire che ogni cittadino, nelle residenze per anziani, nei territori anche i più sperduti, nella raccolta di frutta e verdura… dovrebbe avere gratuito il servizio sanitario di prevenzione e cura.

La situazione attuale – Purtroppo non è così perché nel territorio mancano i servizi, ci sono tempi lunghissimi per la prenotazione di visite specialistiche, tanto è vero che i “malati” preferiscono, almeno chi se lo può permettere economicamente, rivolgersi alla sanità privata a pagamento, o addirittura essere visitati dagli stessi medici ospedalieri che trovano in breve il tempo per dare la loro consulenza sempre a pagamento. 

Mancati investimenti – Descritta in breve la situazione, è ovvio che il Governo deve programmare la spesa (confrontandosi con le Regioni), anche con i soldi della solidarietà europea, compreso il Mes (senza inutili e pericolosi rinvii) per colmare la mancanza di investimenti che erano necessari in sanità e che sono mancati, per cominciare a risolvere la difficile condizione della ricerca scientifica e per potere usare le più moderne tecnologe nel campo della telemedicina spcialmente nel territorio.

Negativa la chiusura dei piccoli ospedali – La Corte dei  Conti ha rilevato che la chiusura dei piccoli Ospedali è stata negativa, considerata anche la caratteristica del territorio nazionale. È vero che la Sanità ha retto al Covid 19, ma vive nell’incertezza.  Una sanità moderna ed efficiente dovrebbe conoscere bene le problematiche sanitarie di un popolazione che invecchia, invece le persone anziane sono state collocati nelle Rsa (residenze private) molte volte “gestite dal “profitto” privato e con difficoltà, senza formazione del personale, con l’assenza di controlli, tutte situazioni che non accadono là dove c’è la gestione pubblica.

Il Mes – So bene che il paese non era prepato a questa pandemia e ha fatto del suo meglio, ma ora prenda senza tentennamenti i fondi Mes (finanziamento Europeo per la Sanità) “…una leva straordinaria per la Sanità”, contro cui sbatte “il fondamentalismo grillino”, per fare investimenti nel territorio e assunzioni specializzate; anche Berlusconi ha fatto molte dichiarazioni e fatti concreti a favore  del Mes con una palese differenziazione da Lega e Fratelli d’Italia.

Ripensare la Sanità – La Sanità va ripensata e i piani regionali sono diventati carta straccia. In questi anni abbiamo assistito alla diminuzione degli investimenti pubblici nel settore, sono venuti meno 25.808 dipendenti a tempo indeterminato, sono scesi di alcune migliaia i medici già accentrati, così come personale infermieristico carente da tempo, c’è stata la drastica contrazione dei posti letto (erano il 6,3%, ora sono scesi al 3,5% la metà di quelli in Germania), c’è stata la chiusura dei piccoli ospedali, c’è stata la eliminazione di alcuni servizi, dopo il terremoto c’è stato il mancato ripristino di alcun presidi sanitari nel territorio indebolendo le zone meno abitate (la montagna): i servizi cancellati vanno ripristinati!

Parole tante, fatti concreti niente – Si è tanto sentito parlare di un piano di investimento di 20 miliardi del  Ministero della Sanità, con generici contenuti, poi è sparito e di cose concrete non si parla più, ma il Governo sappia che il diritto alla salute di tutti è un dovere Costituzionale e da lì non si può scappare.

L’ospedale di Camerino – C’è stata la scelta di trasformare l’ospedale di Camerino esclusivamente in un centro anticovid, creando disagi per la popolazione sempre più anziana della montagna, che tutti a parole dicono di voler tutelare. Ora che  è tornato alla “normalità” in tutti i settori di cura si devono gestire gli “arretrati” di chi non si è curato.

Il caso Civitanova – Nel frattempo è successa una cosa perlomeno curiosa, cioè la costruzione di una stuttura anticovid “pubblica?!”, con una spesa al contribuente di circa 12.000.000 di euro (a Milano si è costruito un ospedale simile con fondi privati senza che il cittadino spendesse alcunché) dalla Regione a Civitanova Marche, senza mettere mano alle molte strutture sanitarie di proprietà non utilizzate: se questa “spesa” è la conferma del piano sanitario delle  Marche, la Regione ha sbagliato ancora una volta. 

È giunto il tempo di stare molto attenti, investire in Sanità e nei suoi operatori, per i limiti del passato e per le necessità del futuro.

Giulio Lattanzi

19 luglio 2020

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