Romeo Renis legge il programma di Sandro Parcaroli e fa le sue annotazioni

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa di Romeo Renis relativo al programma elettorale del centro destra, presentato da Sandro Parcaroli.

Finalmente è arrivato il programma del candidato sindaco del centro destra a Macerata, espressione della Lega di Salvini, Sandro Parcaroli. Un libro dei sogni, belle parole.

Parole che molto probabilmente rimarrebbero tali se dovesse vincere la Lega, per le forti inesattezze e contraddizioni presenti in alcune parti del programma.

Infatti, dopo aver letto con attenzione il tanto atteso programma del centro destra, mi permetto di sottolineare alcune inesattezze nel capitolo riguardante la sicurezza, frutto molto probabilmente dell’improvvisazione e  forse della poca conoscenza.

Nel capitolo 8.1 si afferma che “I Maceratesi meritano di vivere in una città sicura e il comune deve garantire questa sicurezza”-

E’ vero, i maceratesi meritano di vivere in una città sicura ma, quando si scrivono alcune affermazioni è importante sapere che la sicurezza nelle città viene garantita principalmente dalle Forze di Polizia sotto la responsabilità e direzione dell’autorità di P.S.  che sul versante Politico è il Prefetto, e sul piano tecnico il Questore. Entrambi rispondono agli indirizzi generali del Ministero dell’Interno e del Capo della Polizia, Direttore Generale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il sindaco ha solo mansioni di integrazione e collaborazione relativamente alla sicurezza urbana grazie ad alcuni compiti riconosciuti quale commissario di Governo, dalla legge 267/2000 e dai cd. pacchetti sicurezza succeduti dal 2008 ad oggi..

In sintesi, non può sfuggire, se non per sottovalutazione o malafede, che la riforma del titolo V della costituzione ha stabilito in modo perentorio che è compito esclusivo dello Stato la sicurezza e l’ordine pubblico.

Al punto 8.3 dal titolo Forze dell’Ordine leggo ancora: “Intensificheremo il confronto con tutte le Forze dell’Ordine… anche qui, mi permetto di riportare tutto al rispetto dei ruoli istituzionali; il sindaco semmai, può manifestare maggiore disponibilità a collaborare all’interno di un indirizzo tracciato in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, organo consultivo presieduto dal prefetto.  

Al punto 8.5 mi permetto di evidenziare la confusione più grave e totale. Il titolo è: Mutualità di vicinato immediatamente dopo si da inizio alla frase che recita: “aderiremo al controllo di vicinato”.

Una confusione fra due progetti che mi permetto di definire molto grave, sicuramente con poca conoscenza del concetto di sicurezza dei cittadini relativamente alla cosiddetta sicurezza integrata o partecipata.

Provo ad articolare; la “Mutualita’ di vicinato” è un progetto ideato dal sottoscritto nel 2014 e realizzato per la prima volta nella città di Osimo nel 2015. In sintesi, tutti gli attori (Sindaco, Questore, Forze di Polizia, forze politiche, associazioni) furono consapevoli che nella nostra società cosìddetta moderna è necessario ritrovare il senso della comunità. Gli analisti sociali ci dicono chiaramente che abbiamo perso il valore dello stare insieme in un’ottica di solidarietà e rispetto. Non è concepibile che in un condominio muoiono degli anziani e nessuno se ne accorge se non dopo qualche giorno solo per il cattivo odore.

Lo slogan della mutualità è : La Mutualità di vicinato, per ritrovare la comunità e sentirsi più sicuri.

Il coinvolgimento dei cittadini in un ottica di politiche integrate di sicurezza non di controllo ma di mutualità. Un quartiere è più sicuro se oltre alla sicurezza primaria sviluppata dallo stato, opera una comunità in armonia e solidale, dove tutto funziona e dove gli ultimi non si sentono tali. La dimostrazione l’abbiamo avuta durante il lockdown della grave pandemia che ci ha colpito. La comunità prima di tutto.

Il “Controllo del vicinato” è altra cosa. La parola stessa lo dice, si da al cittadino un compito di controllo che non è assolutamente quello della solidarietà. Controllo… riporta a un compito dello stato non dei cittadini.

 Il controllo del vicinato è un progetto che prevede un gruppo di cittadini che si organizzano, si registrano nell’associazione e fanno riferimento al cosiddetto referente.

Generalmente quest’ultimo, ricevute le segnalazioni le dovrebbe filtrare ed eventualmente comunicarle alle Forze dell’Ordine attraverso un numero di telefono privato. Un ruolo di controllo richiesto ai cittadini messo in campo spesso da emotività estemporanea dopo fatti gravi avvenuti nella zona di residenza.

Inoltre, nei comuni che aderiscono al “Controllo del vicinato” viene esposto un apposito cartello stradale: “Zona sottoposta al controllo del vicinato” e nella mia vita professionale non ho mai visto un criminale fermarsi di fronte a un cartello stradale. Ma questa è un’altra cosa.

Ancora, non si comprende se il candidato sindaco vorrebbe aderire al progetto del “Controllo del vicinato” o al “Controllo di vicinato”; sì, perché sembra strano, ma sono due associazioni differenti. Non so se in questo periodo hanno trovato altre forme, ma questo è.

Sulla questione c’è un’ulteriore differenza che forse è la più importante, che è quella sull’analisi criminologica sociale.

Il “Controllo del vicinato” si basa principalmente sulla “teoria delle opportunità”, detta anche prevenzione situazionale. Cioè, affinché si verifichi un reato devono coesistere tre elementi: 1) una vittima potenziale, 2) assenza di vigilanza, 3) autore motivato. È sufficiente che uno dei tre elementi viene meno e il reato non si consuma. Teoria nata principalmente per i reati predatori.

La “Mutualità di vicinato” è invece un progetto più ampio, più ambizioso che sicuramente non merita di essere strumentalizzato per motivi elettorali. La “Mutualità di vicinato” prevede oltre alla teoria della prevenzione situazionale quella sociale e comunitaria. Cioè, a esempio, un’attenzione alle marginalità sociali, o al funzionamento della comunità nel suo insieme. Vale a dire, innovazioni e impegno sul versante di tutto il sistema di ”controllo sociale informale o secondario” sintetizzato nella dottrina corrente nella cosiddetta “nuova prevenzione”.

Ancora un’ultima spontaneità relativamente a questo argomento; il partito dell’’UDC, prima nel centro sinistra e ora nel centro destra, che tanto si è battuto per la “Mutualità di vicinato”, ha dichiarato pubblicamente che non si allea più con il centro sinistra perché ha ritardato ad attuare il progetto di “Mutualità di vicinato”. Ora io mi chiedo, ma se dovesse vincere la Lega di Salvini, e quindi Parcaroli, come farebbe ad aderire al “Controllo del vicinato”? Boh.  

Concludo dicendo, che la sicurezza dei cittadini è cosa seria e importante. Chi si cimenta a voler contribuire a migliorarla deve essere a conoscenza dell’ambito in cui può lavorare, deve documentarsi sulle norme a disposizione e soprattutto deve almeno conoscere i progetti che propone senza scrivere a casaccio parole in confusione. I cittadini hanno bisogno di realtà non di fantasia…

Romeo Renis

21 agosto 2020

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