Il prepotente ritorno del Covid ha messo i propri odiosi bastoni anche tra le ruote dell’arte. Sospesi fino a data da destinarsi, vernissages ed ogni evento in genere. Non più opere da ammirare sulle pareti delle gallerie.
Cosa fanno allora le artiste, gli artisti? Si piangono addosso nelle loro case, nei loro studi? No! Lavorano per “domani”, per quando questa tragedia sarà passata, e tutto sarà tornato come prima.
Ognuno lavora al proprio concetto di arte, alla propria ricerca tra segni e colori. L’artista corridoniana Gabriella Cesca, a esempio, trascorre i suoi giorni “raccontando” sulle tele, questo tempo di fragilità e di paura, questo tempo in cui essenziale, e da perseguire, è la speranza.
In questi giorni sta portando a termine una serie di opere che ci faranno rileggere questa tragedia che sta trafiggendo, da quasi un anno, le nostre anime. Ecco allora nascere tra segno, gesto e colore,
“Labirinto”, “Città ferite”, “D’autunno i rami ancora sorridono”, “Vista sulla luce”, “Diffusione virale”, “Il volo”. L’Arte non si ferma né muore ma è un continuo rinascere, vivere, comunicare.
Mario Monachesi
10 novembre 2020