Antonio Da Montolmo, viaggio indietro nel tempo tra magia e astrologia (II parte)

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Il mago – Veniamo alla figura del mago. Per Antonio Da Montolmo questo deve essere una persona “vergine”, o almeno in prossimità del rito deve astenersi da rapporti sessuali, poiché ottenendo un certo grado di purezza, avrà la somiglianza e l’identità degli Spiriti, entità pure per eccellenza: quindi maggiore è la purezza del mago, maggiore sarà la possibilità di entrare in contatto con essi. I bambini possono farlo meglio degli adulti ma comunque, precisa, che ci sono delle eccezioni a questa regola. Anche nel paganesimo la figura delle vergini era importante, basti pensare alle Vestali, le cui eventuali relazioni sessuali rappresentavano una violazione gravissima (incestus) punita con una morte terribile, quella di essere sepolte vive. In fondo l’ascetismo sessuale non era una pratica così rara nell’antichità, un costume adottato da mistici e filosofi. Il mago evoca più facilmente gli Spiriti che gravitano nella sua stessa costellazione astrologica di nascita: egli deve essere molto acuto e saggio nel riconoscere le loro illusioni, molto audace e coraggioso a non farsi intimidire dalla loro volontà. Egli deve volere fortemente ciò che chiede perché in questo modo il suo sangue e il suo spirito si sposteranno e si diffonderanno attraverso i pori della pelle e da altri luoghi del corpo. È cosa buona che il mago sia un buon cattolico e affinché la parola venga trasmessa in modo efficace egli deve essere puro e casto, libero da vizi e discorsi osceni e, come detto, assomigli in parte alla purezza degli Spiriti. Addirittura consiglia, come cosa buona, che prima del rito il mago si confessi.

Il rito magico – Il rituale per l’evocazione delle Intelligenze è molto preciso: Antonio Da Montolmo stabilisce il giorno, l’ora e il materiale necessario, come candele di cera vergine (pura) e le essenze per la fumigazione. È precisato che per evocare gli “spiriti puri” occorra utilizzare sostanze profumate mentre per gli “spiriti impuri” quelle puzzolenti, perché il male è attratto dagli odori nauseabondi. Del resto l’evocazione dei demoni è stata sempre associata all’odore di zolfo mentre i santi, sia in vita che morti, hanno sempre emanato profumi gradevoli. Basti pensare che Dante prima di entrare nell’Inferno sente una puzza nauseabonda. Per la scelta del giorno e l’ora bisogna fare riferimento all’oroscopo dell’uomo per cui si fa l’evocazione e se si chiedono “cose positive” (buon lavoro) o negative (cattivo lavoro): “Culto, luoghi e tempi, commisurati alla loro influenza sotto i cieli; anche i fumigatori variano in base alle diverse influenze”. Si precisa che nel rito di evocazione deve essere fatto un Cerchio a protezione del mago e di chi assiste, per evitare che gli Spiriti gli possano fare del male o addirittura possederli. Come il Creatore, il Cerchio, con la sua forma circolare, non ha né inizio né fine ed è quindi una figura geometrica perfetta. Il Cerchio deve essere fumigato con incenso e all’interno deve essere scritto il nome di Dio recitando litanie, salmi e preghiere che i demoni  temono. Questi atti di affidamento a Dio e la purezza del mago servono solo ed esclusivamente per proteggersi dai demoni e per poter più facilmente evocarli. Antonio precisa in modo tassativo che per ottenere qualcosa dagli Spiriti non si può di certo farlo in nome di Dio poiché non si otterrebbe nulla: “Questo è chiaro e non ci sono dubbi”.

La cattiva influenza degli uomini – Come non tutti hanno la possibilità di essere maghi, e ve ne sono di più o meno potenti ricevendo una maggiore o minore sensibilità alle cose spirituali, così vi sono uomini che quando odiano o invidiano, solo con la vista o il tocco possono convogliare la loro forza negativa verso l’altro causando malattie o eventi negativi. Questo perché per la loro costituzione e forza astrale e per la loro forte volontà, riescono a trasferire una parte delle loro energia negativa all’altro. Gli effetti variano a secondo  dell’oroscopo della “vittima” del maleficio (voluto o meno) che può essere più o meno ricettiva: se ne deduce che persone più sensibili saranno maggiormente soggette ai malefici.

Talismani: i tre tipi di consacrazione – Nel rituale magico si consacrano talismani (imagines) che l’uomo porterà con sé per realizzare i propri desideri o  chiedere protezione. Antonio parla di tre tipi di talismani, pendenti (sigilli o amuleti) e di anelli, come “oggetti” per il rito. Alla prima categoria appartengono le imagines che hanno poteri attribuiti direttamente dall’astrologia e quindi appartengono alla “magia naturale”; alla seconda le imagines che nel suo testo Glosa super imagines duodecim signorum Hermetis attiva tramite rituali o direttive pratiche che implicano l’intervento degli spiriti astrali, chiamati con cautela angeli ma che sono veri demoni. Antonio arriva a questo punto a impartire specifiche formule per l’evocazione di entità diaboliche, e come detto, vari accorgimenti per evocarle, i luoghi e le situazioni più adatte: precisa che tali evocazioni sono state da lui sperimentate con successo a Bologna e a Padova. La terza categoria di imagines combina processi astrologici e magici: è in assoluto la categoria più potente perché associa la forza delle entità, definite questa volta abbastanza esplicitamente maligne, con la forza delle costellazioni specifiche di ogni uomo. “Il mago deve pronunciare questi nomi [dei demoni] tre volte e recitare una formula”.

Conclusioni – Tralasciamo la complessa parte degli studi di Antonio da Montolmo dedicati all’astrologia e quindi agli oroscopi: la loro importanza è tale che le “Case astrologiche” di riferimento degli astrologi attuali hanno avuto un forte contributo dai suoi studi. La sua attività non ha nulla a che fare con il Satanismo. Siamo davanti alla figura di un intellettuale che per la sua voglia irrefrenabile di conoscenza ha intrapreso studi di astrologia e magia per utilizzare le forze astrali e spirituali dell’Universo a suo vantaggio. Si tratta di forze spirituali maligne, di demoni, poiché gli angeli sono soggetti esclusivamente a Dio. Il mago è un sacerdote dell’occulto che deve avere in sé, oltre a doti naturali dovute dal suo oroscopo, un certo grado di purezza spirituale e condurre una vita “santa” e “casta”, poiché la purezza è una chiave di accesso per poter evocare le entità spirituali che anche se maligne, essendo spiriti, hanno un certo grado di purezza. È ovviamente consapevole del rischio dell’evocazione di demoni, e la purezza del mago insieme agli accorgimenti del rito (principalmente “il cerchio” e preghiere cattoliche e pagane) dovrebbe preservare la vita e l’anima dello stesso. Quindi la potenza del mago sta nel fatto che riesce a evocare e assoggettare ai suoi poteri, senza subire l’influenza del maligno, le forze demoniache. Antonio non fa alcuna riflessione sul fatto se sia lecito per la religione cattolica   evocare gli Spiriti, specialmente quelli demoniaci, forse per il fatto che si pone al di fuori della stessa in una specie di “religione naturale”. Molto interessante è il fatto che definisca le Intelligenze come gli antichi Dei pagani che sono stati “abbandonati” con l’avvento del cristianesimo: ritiene validi i loro poteri e quindi tutti i rituali pagani per la loro adorazione. Da sottolineare come Antonio ribadisca sempre che Dio è il supremo creatore e che tutte le entità spirituali lo temono perché a Lui sono soggette. Concludiamo nel mistero con un aneddoto su Antonio. Nel 1555 compare un oroscopo in lingua inglese redatto da Antonio da Montolmo: impossibile che a questa data fosse stato ancora in vita e quindi gli studiosi hanno semplicemente dedotto che sia stato un pronostico più antico o che qualcuno abbia voluto sfruttare la sua fama. Sarà di certo vero, ma visto il personaggio e il fatto che nulla si sappia della sua vita… È questa la fine di questo trattato (frase finale del De Occultis).

Modestino Cacciurri

21 gennaio 2021

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