Non potevo perdere l’occasione di commentare un filmato, professionalmente ben confezionato dall’operatore e regista Massimo Luciani e dall’intervistatrice Catia Luciani, che esalta ancora di più una cittadina laboriosa, Monte San Giusto, che deve la sua personalità all’intelligenza e al piacere di una Alto Prelato di Santa Madre Chiesa.
Sto parlando del cardinale Niccolò Bonafede, nato e morto a Monte San Giusto all’età di 71 anni, che fu pure un condottiero d’arme, oltre che mecenate amante dell’arte e delle cose belle della vita. Oltre al suo palazzo fortificato, egli ha lasciato ai posteri la famosa Crocifissione, commissionata ad un pittore allora incompreso: Lorenzo Lotto. Insomma, il Cardinale Bonafede era un uomo a tutto tondo, a cui la piccola cittadina di Monte San Giusto deve molto.
Sono veramente lieto e d’accordo che una collaborazione finalizzata all’informazione, iniziata per caso tra Catia e me, come puro divertimento in occasione di eventi di varia natura, si stia trasformano in qualcosa di più definito e sostanzioso. Mentre la mia forma di ripresa con la camera ha l’immediatezza del giornalismo, privo di fronzoli letterari, questo servizio realizzato con l’amico Massimo Luciani ha i crismi della professionalità.
Mi piace che Catia Luciani possa essere maggiormente valorizzata da altri più competenti, i cui servizi possano non sfigurare nel confronto con altri maggiormente introdotti nell’arte della comunicazione visiva. E nel contempo che Catia possa avere una sua originale linea espressiva con quel suo “Terre Marchigiane e i suoi protagonisti”.
Le interviste ai protagonisti del servizio di Catia Luciani e di Massimo Luciani (che non sono parenti) hanno un ritmo equilibrato, pur senza spegnere le rispettive personalità. L’assessore alla Cultura del Comune di Monte San Giusto, Mauro Spinelli, dimostra preparazione e amore per la bellezza. Egli è pure un pittore. Il che non guasta per il ruolo che ricopre.
C’è poi l’intervista a Livia Brillarelli, amante dei presepi e della loro storia. Che ha scritto un libro in proposito, edito dal Comune di Monte San Giusto, dal titolo “Il Presepe popolare a Monte San Giusto – tra Storia e Tradizione”. Livia ha la sensibilità di una storica, con l’aggiunta che è pure stata una insegnate di musica e una cantante lirica. È un Essere prezioso per Monte San Giusto e in qualsiasi altro luogo.
Infine, c’è Andrea Pistolesi: è un collezionista di Presepi, e pure un artista creativo di Presepi. Sì, perché insieme ad alcuni amici egli “crea” presepi. E ripercorre l’evento della Natività circondata da vari periodi storici. Significa che troviamo presepi con architetture e attività lungo i secoli fino all’epoca moderna, mentre rimangono nella forma classica le Marie, i San Giuseppe, i buoi e gli asinelli e, ovviamente, il Bambinello Gesù.
A Monte San Giusto, nelle cantine del palazzo Bonafede, è permanente una esposizione di presepi, alcuni in movimento, superiori alle esposizioni di presepi che troviamo in altre cittadine. Vale la pena andare a Monte San Giusto per vedere questa esposizione e portarci i bambini…
L’ultima domanda: cosa aspetta la città di Macerata appropriarsi e renderla patrimonio cittadino la collezione dei presepi di tutto il mondo e di tutte le culture di Domenico Cassese, cittadino maceratese? Comprendo le difficoltà finanziarie dei Comuni, ma questa ricchezza storica e culturale – irripetibile – della Collezione Cassese non può andare dispersa.
Il link del video di cui si parla nell’articolo: https://www.youtube.com/watch?v=VnKfeZQpm4k&feature=share&fbclid=IwAR2_6LgIe5_vlFW5tcq1ytLxNHKGLeK2g9G5bUsCJK_ZXsEB5Izvk40eDi4
Giorgio Rapanelli
14 febbraio 2021