“La scampanata… se pijàvano l’imbùti, li lattù, le cambane… le cose pe’ fà casciara! E in più, se urlava ‘n ghjru quello ch’era successo… Più che ‘na legge era ‘na consuetudine, ma l’hanno dimenticata… sennò lu prete se ‘rrabbiava”.
La scampanata era un’usanza diffusa nel Medioevo ma che nel nostro entroterra è durata fino ai primi del 1900. Aveva come bersaglio il secondo matrimonio delle vedove o dei vedovi e si presentava come una sorta di derisione collettiva. Fu molto ostacolata dalla Chiesa , che la vedeva come un’offesa al sacramento del matrimonio.
Consisteva nell’enorme chiasso fatto da un gruppo di persone, più o meno mascherate, che si cimentavano in un corteo nel momento in cui il marito portava la moglie nel letto nuziale, come novella sposa. Attraverso un comportamento rituale costoro orchestravano un corteo pieno di “casciara”. Qualcuno ci vedeva un preciso significato simbolico che serviva a rappresentare la protesta dei defunti e della comunità paesana, nei confronti di un secondo matrimonio che metteva in pericolo il ricordo del marito o della moglie che non erano più in vita, e i diritti dei figli che erano nati dalle precedenti nozze.
Dell’organizzazione della scampanata si occupavano prevalentemente i giovani e i buontemponi; oggi diremo che era uno staff, di membri della comunità, che aveva il compito di mettere a punto i “divertimenti maligni” dei paesani. Quando il vedovo sposava una bella ragazza, i giovani erano ancor più aggressivi perché danneggiati dal matrimonio del “rivale” con una ragazza… “papabile” per le loro aspirazioni. Attraverso la scampanata i ragazzi erano gratificati da una sorta di risarcimento simbolico per la perdita della loro “preda”.
In certe zone i giovani partecipavano nella “veste simbolica di morti” che chiedevano giustizia su chi non aveva onorato il celibato della vedovanza. In certe comunità le consuetudini avevano quasi valore di legge. Così le tradizioni si tramandavano di padre in figlio, di generazione in generazione per semplice discorso e a ogni scampanata i più giovani venivano istruiti per lo svolgimento della manifestazione. In questo modo i riti del passato venivano rinfrescati.
La scampanata, si chiamava anche “cocciata” per i cocci che, maldestramente e irrispettosamente, qualcuno lanciava avanti la casa degli sposi. Un povero uomo (è il caso di definirlo così) che commetteva l’errore di riprendere moglie, si beccava la scampanata, preparata con dovizia di campane, campanelli, bidoni di latta e di tanti altri oggetti, di tutte le fogge, che potevano essere usati per far rumore. Questo, naturalmente, unitamente al suono di trombe, “sgrannole” e tamburi.
Il rumoroso concerto, accompagnava le voci bianche delle giovani, sedicenti “soprano”, che cantavano per ricordare agli sposi argomenti che non avrebbero voluto sentire. Sì, partecipavano anche le ragazze, e avevano il compito gentile di salmodiare le virtù e le bellezze della defunta moglie del novello coniuge. La defunta, a forza di citazioni, veniva fatta apparire nel ricordo e nel sonno dell’incauto marito, che era dentro al letto vicino alla novella moglie.
Lo stesso trattamento avveniva anche quando la situazione era inversa e cioè quando era la donna a essere vedova. In questo caso, addirittura, la scampanata era ancor più dura, pesante, rumorosa e antifemminista. Il baccano doveva raggiungere lo scopo di far pentire amaramente il consorte che, vedovo, era convolato a nuove nozze.
La scampanata poteva durare anche più giorni, avveniva di notte, ed era tanto più partecipata quanto maggiore era la “rabbia” esternata dagli sposi. Per il povero malcapitato, l’alba era lunga da giungere e la vergogna veniva condivisa con la nuova moglie che, impotente, doveva udire tutti quei rumori e quei canti inadatti a conciliare l’amore di quella prima notte nel novello talamo. Oggi le scampanate sono il ricordo e il segno di una epoca tramontata; queste piazzate non ci sono più e l’uomo può fare il suo comodo, anche se vedovo. Altrettanto accade per la vedova: se si risposa nulla accade.
Alberto Maria Marziali
16 aprile 2021