Libro di Helvia Bartolini: “Le storie di Imma continuano”, giallo dal finale inatteso

Print Friendly, PDF & Email

Helvia Bartolini ci riprova, sempre con la Edizioni Simple di Macerata, con un altro libro intitolato “Le storie di Imma continuano”, dopo la precedente esperienza del 2019 (recensione su La rucola n° 257 – https://www.larucola.org/2019/12/23/la-recensione-le-storie-di-imma-libro-scritto-da-helvia-bartolini).

Facile immaginare che è il proseguimento delle avventure che trovano nella casa di campagna della contessa, e nelle sue prossimità, uno scenario favorevole, spesso lieto ma a volte anche misterioso e angosciante. La copertina ha, ancora una volta, aria di famiglia: nel libro precedente l’immagine di un bel quadro realizzato dal padre Oreste; questa volta è un paesaggio del fratello Ubaldo, artista noto a livello internazionale, esponente di spicco della corrente artistica conosciuta come anacronismo o pittura colta.

Una ombra incombe su tutta la narrazione. È la immagine della moglie di uno dei protagonisti, amico della contessa Imma e legato a questa da palese affetto, che nel precedente libro si dette per morta travolta dalle acque di un torrente ma il cui corpo non fu ritrovato.

Scritto in modo scorrevole, con capitoli spesso a carattere didascalico, inseriti per fermare il tempo e inquadrare le vicende che s’incastonano via via con il passare dei giorni, delle settimane scandite dai lavori in giardino, nei campi con la raccolta dell’uva, con l’arrivo di famiglie amiche ospitate volentieri, con le vicissitudini della servitù, con la santa pazienza che a volte sta per finire ma poi, come sempre, si rinnova.

Gli elementi del giallo fanno capolino qua e là, s’intrecciano creando false piste, a cui qualcuno crede. Una ombra che nasconde un’altra ombra… e il mistero s’infittisce. Purtroppo il mondo, nonostante l’evoluzione tecnica e sociale, porta con sé sempre qualche relitto delle epoche passate, persone che non si adeguano al presente e vagano, vivono alla giornata, cercano un rifugio temporaneo… identità presenti solo a se stesse, la cui vaghezza crea problemi negli altri, li rende vigili e sospettosi.

E la linearità della storia è spezzata. Una vagabonda, nottambula, senza apparente fissa dimora, senza volerlo, incolpevole, intreccia la vicenda e, con la sua ombra, appunto, ne nasconde un’altra. Appaiono pezzi materiali (una coperta, un lembo di tessuto) appartenenti alla presunta morta. Visioni notturne complicano i pensieri. I Carabinieri sono all’erta. Ricordi sono sempre presenti nella mente di un factotum, ricordi che rischiano di far commettere errori fatali. Che fanno commettere un omicidio. Ora la calma e la serenità dei primi capitoli svaniscono per dare spazio all’angoscia.

C’è un indagato eccellente, perché nessuno è al di sopra del sospetto. C’è il timore dei chiarimenti tra persone che si vogliono bene, per non creare paure, per non creare dispiaceri. Le accuse circondano qualcuno. Strani rumori in casa… un “pied a terre” posto in alto… un armadio segreto e la vicenda volge al termine. In modo inaspettato come si conviene a ogni buon giallo. Certamente a questo punto non vi stiamo a raccontare la fine ma v’invitiamo alla lettura di un volumetto agevole, che in tempo di segregazione in casa da coronavirus farà passare un pomeriggio, trasformando la “zona rossa” in… gialla!

Fernando Pallocchini

5 maggio 2021  

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti