Ogni detto ha la sua origine ed eccovi due storie marinare: “Da Vauscì a lo grancio”

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Tratto da un articolo a firma A. Paoluzzi comparso sulla stampa locale, circa 40 anni fa e rivisitato da Goffredo Giachini.

Vauscì

Se ’rvaco in tèra me metto a caminà finché no’ ‘rrìo su la tèra de Vauscì. Alcuni dicono questa frase dopo essere stati sballottati malamente da una tempesta. A cosa si riferiscono? Si racconta che un “marinà” che non era proprio un lupo di mare fu colto all’improvviso da un fortunale venendo così affondato con la sua barca. Tenendosi aggrappato a un grosso remo riuscì miracolosamente a guadagnare la riva. Ripresosi dallo spavento e dalla fatica, si mise il remo in spalla e prese a camminare verso l’entroterra. Nel vederlo, la gente gli chiedeva curiosa: “Dò vai co ‘sso remo?” Questa era la domanda che gli veniva rivolta a ogni pié sospinto, ma non aveva mai risposta, perché l’uomo continuava a camminare in silenzio con il suo remo in spalla. Camminò per ore e ore, forse per un’intera giornata o più, finché giunto in un luogo dove si trovava un monte chiamato in dialetto “Vauscì” (sembra sia il monte San Vicino) si senti chiedere: “Dò vai co’ ‘ssa pala de forno?”. Nel sentire ciò il pescatore si scosse improvvisamente dal suo torpore, si tolse il remo di spalla e conficcandolo in terra esclamò trionfante: “Questo adé lo pòsto per me!” A questo punto era certo di essersi allontanato quanto bastava dal mare, semplicemente perché qui, nella “Tèra de Vauscì” la gente non sapeva distinguere un remo da una pala da fornaio!

Lo grancio

A Marzo ogni grancio nòta. Di questo adagio dei pescatori civitanovesi non è difficile cogliere il senso; nel mese di Marzo la natura rinvigorisce e così l’uomo e gli altri animali. A tal punto che anche i granchi, i quali solitamente si trascinano sul fondo, sarebbero in grado di nuotare. Non sempre però il rapporto di questi uomini del mare con la natura è un idillio e quel che accade in navigazione, quando gli elementi si scatenano, è inutile raccontarlo (sulle pagine de La rucola trattammo a suo tempo il difficile rapporto dei marinai con i capricci del tempo). Tuttavia quando la vita è in palio per qualche retata di pesce, lo spirito semplice dei pescatori sa evadere nell’aforisma, nell’espressione buffa che ricorda vecchie storie vere o non vere.

25 maggio 2021

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