“Gutta cavam lapidem…”, così ha fatto don Giovanni Carnevale libro dopo libro…

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L’età c’era, qualche acciacco pure e così don Giovanni Carnevale è passato a miglior vita. Sarà difficile rimpiazzarlo, di persone così ne nascono raramente: buon sacerdote, insegnante amato dai suoi allievi, storico d’eccezione, carattere fermo e coraggioso.

Solo una persona come lui, dopo una brillante intuizione, poteva andare avanti lungo una strada difficile, irta di ostacoli, da sempre insinuata in un periodo storico oscuro, carente di documentazioni, ricco di storici pigri, adagiati su “verità” acquisite e tramandate quasi come in un copia/incolla.

In tale ambiente statico il professor Carnevale è entrato sventolando le sue tesi e scatenando un putiferio che ancora non si quieta. Si è trovato ad avere tutti contro! Ma non si è né intimidito, tantomeno fermato. Anzi ha rilanciato in continuo, anno dopo anno, libro dopo libro. Aquisgrana è nel maceratese, altro che Aachen! Per cui qui sono stati i carolingi e, quindi, anche Carlo Magno.

La sua idea è stata accolta negativamente dal mondo accademico, con incredulità e scetticismo da quanti a scuola avevano appreso diversamente. Però… come gutta cavam lapidem non vi sed saepe cadendo, ha cominciato ad avere un seguito, studiosi della domenica armati di buona volontà e intuito che hanno corroborato le sue ricerche, è nato un Centro Studi San Claudio riferito proprio all’alto medioevo e, grazie a conferenze, la nuova storia si è conquistata sempre più notorietà e la vecchia storia sta vacillando.

Il professor Carnevale più non è ma ha lasciato una traccia fortissima e le ricerche oggi si stanno allargando anche a periodi storici precedenti, per dimostrare che i Franchi non erano nelle Marche per caso, venuti da chissà dove. Il professore era felice, perché le sue ricerche sarebbero continuate dopo di lui.

Anche noi de “La rucola” all’inizio, come tanti, eravamo comprensibilmente scettici ma curiosi, per cui mai lo abbiamo perso di vista né denigrato. Abbiamo letto con attenzione i suoi primi libri e siamo stati in grado di notare che la storia ufficiale presentava lacune e contraddizioni. Abbiamo incominciato a pubblicare articoli saltuariamente fino a presentare ai nostri lettori un filone di ricerche continuo grazie ad appassionati collaboratori che nel tempo si sono alternati. Viviamo in un territorio ricco di solide testimonianze architettoniche che altrove non ci sono… e la storia continua, grazie a don Giovanni Carnevale.

Fernando Pallocchini

don Giovanni Carnevale

4 giugno 2021

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