Giuseppe Mainini, ricordiamo un artista maceratese a 40 anni dalla sua scomparsa

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A quaranta anni dalla scomparsa vorrei ricordare sulle pagine de “La rucola” un illustre personaggio di Macerata, che non tutti conoscono, ma che è stato e viene considerato uno dei più importanti rappresentanti dell’arte dell’incisione in Italia e all’estero.

Vicino al mondo popolare e contadino – Va tenuto in evidenza perché riteniamo che, per il suo modo di esprimersi e per le tematiche da lui preferite, si sia avvicinato, più di altri, al mondo popolare e contadino. Infatti la maggior parte della sua produzione si è ispirata alla vita agricola, ai momenti più significativi delle stagioni lavorative, alla fatica dei campi, alla descrizione di suggestivi angoli di paese. Parliamo di Giuseppe Mainini, scomparso nel 1981.

Giuseppe Mainini

Frequentazione con Elia Bonci – Da un articolo di alcuni  anni fa del Resto del Carlino, a firma di Alvaro Valentini, critico d’arte e organizzatore di prestigiose rassegne del settore, stralciamo, fra l’altro, alcune brevi note  biografiche di questo nostro grande concittadino. Mainini  era nato nel 1898. Di professione era geometra, ma dalla frequentazione con un suo zio, Elia Bonci (nobile figura di artista di cui si potrebbe trattare in altra occasione), da questo contatto, Mainini aveva sviluppato il senso della ispirazione artistica.

Le mostre – Una sua prima mostra risale al 1922 ad Osimo. In questi anni si avvicina al secondo Futurismo; dal 1930 viene chiamato a insegnare calcografia all’Istituto del Libro di Urbino. Nel 1932 espone a Bordeaux e nel 1938 a Chicago! È finissimo ceramista, illustratore di libri – cito alcuni titoli come: Ascesi, Miti d’Acqua di Rivosecchi, le Favole di Fedro, Telefoni di Guerra  ecc. ma anche creatore di manifesti e disegnatore pubblicitario. Nel 1942 partecipando alla Biennale di Venezia nel Padiglione del Volo e Tecnica Aerea, il Ministero dell’Aeronautica gli acquista la xilografia “Attacco di autosiluranti”. Nel corso di un cinquantennio di vita artistica, ha occasione di esporre a Forlì, Ancona, Roma, Como, Bologna e – all’estero – a Barcellona, Lisbona e ancora in Belgio, in Danimarca, in Egitto, negli Stati Uniti.

Le pubblicazioni – Pensate che, già in una corposa pubblicazione del 1934, che ho avuto il piacere di consultare tra i libri della biblioteca di Cesare Peruzzi a Recanati, e cioè l’Annuario degli incisori italiani  (a cura di Servolini e Prior) a Mainini venivano assegnate ben quattro pagine di recensione corredate da alcune sue opere. Nel 1981, anno della sua scomparsa, l’Accademia dei Catenati gli dedicò una bellissima mostra di ex libris insieme ai piccoli capolavori di Maria Elisa Leboroni, artista maceratese da anni residente a Perugia e a quelli di Bruno Marsili da Osimo. La casa editrice maceratese Liberilibri – agli inizi del 2000 – ha pubblicato un prestigioso libro d’arte con le poesie di Anna Maria Tamburi, arricchito dalle illustrazioni di Giuseppe Mainini. Più di recente una esauriente articolata  mostra antologica è stata curata dal critico Lucio del Gobbo.

Secondo il critico Alvaro Valentini – Così lo descrive Valentini: “Umile, schivo, riflessivo, si accosta all’arte da autodidatta attraverso la pittura, ma ben presto sceglie l’incisione, un medium espressivo più congeniale alla sua sensibilità e presto l’acquaforte, la puntasecca, la litografia, la xilografia diventano le sue compagne di viaggio… I suoi lavori, semplici e delicati, sono pagine di un diario intimo che raccontano stati d’animo, esperienze vissute, memorie, echi di una civiltà patriarcale… I campi, gli alberi, i pagliai come le piazze, i mercati, le chiese, diventano – è stato detto – oggetti liturgici, emblemi silenziosi di una realtà altra”.

Disegni inediti – Un piacevole lavoro autobiografico a firma di Maria Palmieri che nel libro si fa chiamare Merina, è quello intitolato “Oltre le colline il mare”. L’autrice descrive in maniera assai efficace e realista la vita di campagna negli anni della seconda guerra mondiale e oltre, fino al successivo inurbamento della famiglia. La pubblicazione è completata, direi meglio impreziosita da una ventina di disegni a matita – inediti – del maestro Mainini (gentilmente concessi dagli eredi), tutti intesi a illustrare la fatica dei campi. Nelle belle note di prefazione Franco Brinati scrive: “Gli stupendi disegni di questo grande artista maceratese… maestro dell’incisione tutti datati primi anni ‘30, rappresentano l’illustrazione della quotidianità rurale, buoi, aratri, attrezzi, pagliai, trebbiatrici, uomini intenti al lavoro. Spira dai disegni un’aria di quiete, il clima mite, pacioso dei poderi marchigiani dove il lavoro non era interpretato  come condanna, ma come strumento per vivere onestamente. Un senso religioso della fatica, vorremmo azzardare…”.

Artista poliedrico – Nella ricerca effettuata in occasione della retrospettiva degli anni novanta, organizzata sempre dall’Accademia dei Catenati, abbiamo scoperto, in compagnia del professor Virgì Bonifazi, un sorprendente, inimmaginabile Mainini, poliedrico nelle tecniche e nei soggetti. Fu infatti pittore colorista, innamorato della nostra campagna, del litorale adriatico, autore di piccoli disegni di chiara impostazione futurista, creatore di fantasiosi cartelloni pubblicitari (anni venti, trenta!) per alcune aziende produttrici della zona, per le Feste dei Fiori, per le Fiere di Civitanova Marche. La Collezione Storica della Nazzareno Gabrielli – come testimonia Valentini – conserva disegni tardo liberty realizzati per la decorazione di agende, calendari, copertine. E poi un Mainini innamorato degli angoli più suggestivi della sua città, riprodotti con un tratto di matita magico e denso di atmosfere.

Le incisioni – Ma la produzione più stupefacente resta quella legata al suo lavoro di incisore: lastre bellissime e pulite nel segno, dedicate – a esempio – alla città di Assisi (la serie di Ascesi); o quelle per la sua campagna marchigiana nei vari momenti del cambio delle stagioni, come si è detto; e gli ex libris eleganti e completi nella loro superficie compressa in pochi centimetri quadrati. In relazione a questo specifico genere di produzione vale la pena di citare alcuni lavori tra i più rappresentativi come quelli realizzati per il marchese Puccetti, per il professor Rivosecchi critico d’arte, per il professor Giunchi archiatra pontificio, per il professor Dante Cecchi, per il dottor Amedeo Ricci, per la Saram di Macerata, per l’Ente Turismo sempre di Macerata ecc. Le dimensioni forzatamente circoscritte o anche la specificità della stampina limitano di conseguenza la libertà creativa; ma sta di fatto che gli ex libris di Mainini si escludono da soli dalla facile catalogazione di semplici preziosismi tecnici. C’è in essi una ferma, struggente veste di silenzio, un’atmosfera rarefatta che li pone al di fuori di spazio e tempo. Il tutto viene concepito ed elaborato nel suo studio di piazza Annessione, con un torchio a mano, definito da Nino Ricci come una “Roll-Royce” del settore, donato per inciso (!) dalla famiglia alla Pinacoteca comunale di Macerata.

Il critico Lucio Del Gobbo – Chiudo con una citazione tratta da un articolo di Lucio del Gobbo: “Il realismo di Mainini è magico e poetico insieme, in quanto volto a rappresentare nelle cose la realtà fisica, ma anche l’emozione derivante da una osservazione ravvicinata e partecipe… Il lavoro sarà sempre inteso dal Mainini come sinonimo di “disciplina”, di sperimentazione controllata in ogni particolare, quasi una scommessa con se stesso. E ciò, senza che nell’opera compiuta possa trasparire lo sforzo, l’eccesso di scrupolo, l’ostinazione maniacale. Niente di artificioso e meccanico nel risultato”.

Ed è bravo… – E infine il Mainini poeta: “È in questo silenzio / il ritrovar noi stessi / provar la gioia della vita che pulsa /sentir con la natura / d’essere un tutto / nell’immensità del tempo /e dello spazio”. Di Mainini Arnoldo Ciarrocchi, altro esimio artista della nostra terra diceva: “Come un marchigiano buono, Giuseppe Mainini ha sempre lavorato senza chiedere nulla, ma solo per il piacere di lavorare. Ed è bravo…”.

Goffredo Giachini

14 giugno 2021

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