Perle di storia maceratese nel libro su “Le Casette” scritto da Romano Ruffini

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Non era molto grande l’antico Borgo: da Porta Mercato  al convento dei frati cappuccini il passo era breve, lungo lo stradone (quello del quadro del Foschi) che a sinistra dava sulla campagna e sul grande lavatoio con il pozzo e, a destra, sulle stradine dalla toponomastica casareccia (via della Nana, via Mòje ) e poco più in su, vicolo Orfanelli, ponte di Marchetti.

Piccolo spazio ma affollato – Piccolo era lo spazio, ma molto affollato; le casette, addossate l’una all’altra, come per proteggersi e sorreggersi nel contempo, erano il palcoscenico naturale gremito da una gran folla di personaggi, unici e inconfondibili nella vita cittadina: i cosiddetti “casettari”, dei quali fu fatta, molto tempo fa, da Eriodante Domizioli una precisa anagrafe con i nomi, soprannomi  e mestieri esercitati, ben conosciuta, anche perché affissa in una targa all’inizio dell’antico stradone, oggi nobilitato come Corso Fratelli Cairoli. Oltre a Domizioli, molti altri  si sono dedicati, spesso in dialetto, a scrivere su fatti e personaggi del Borgo; ricordo, tra tutti, Guglielmo Brizi, il poeta-muratore, con il suo gustoso libretto, anni ‘50, “Joppe le casette”. Tanti ricordi, dunque, con un po’ di folklore e con molta nostalgia e rimpianto per la vita di un tempo in un quartiere che, inevitabilmente, non è più quello di allora.

Un borgo più antico della città – Proprio per conservare e tramandare la  memoria di un tempo (forse) più felice, Pierluigi Pianesi – erede di una illustre presenza plurisecolare nel Borgo –ha dato vita all’Associazione culturale “Le casette” che – fra le altre iniziative – ha sponsorizzato la ricerca storica su fatti, personaggi e realtà del quartiere nei secoli scorsi. Si è così scoperto che la storia del Borgo precede addirittura la nascita della città di Macerata, dato che già nel 1055 si parla nei documenti della chiesetta di Santa Lucia con annesso convento; ed è attorno a questa struttura  religiosa che si forma il primo nucleo abitativo del Borgo, del quale conosciamo anche il nome di alcuni abitanti: Cicco di Paci, Francesco medico, Leone di Nuzio, presenti negli atti del tempo a vario titolo.

La ricerca storica – Conosciamo il momento della nascita del Borgo, grazie alla nuova ricerca storica curata come sempre da Romano Ruffini e pubblicata dall’Associazione “Le Casette” con il titolo “Sorge un borgo: da Santa Lucia a Borgo San Giovanni Battista  decollato”. Una ricerca basata, come detto, essenzialmente su documenti d’epoca, trascritti e riportati nelle 80 pagine del libro, illustrato anche con belle ricostruzioni  storiche firmate Gianfranco Pasquali, che – tra epidemie ricorrenti, eventi miracolosi, guerre e scorrerie di eserciti – scandiscono lo scorrere dei secoli a Macerata e, soprattutto, in quella bella parte della città che volge verso Oriente, lungo lo stradone che porta verso il mare.

L’apparizione della Madonna – Pur nella complessità della materia trattata, il libro ha il grande pregio, come tutti gli altri scritti di Ruffini, di essere di agevole lettura e di notevole interesse, dando notizie certe, in quanto ricavate dallo studio di documenti dell’epoca su fatti ancora poco conosciuti, come la storia dell’apparizione della Madonna alla giovane albanese Lucia nell’ottobre del 1469 con la conseguente costruzione e la vita molto vivace del complesso religioso della Fonte del Sabato.

L’immigrazione albanese – Un capitolo particolare è riservato alla massiccia immigrazione, dalla seconda metà del 1300, di popolazioni dell’altra sponda dell’Adriatico (albanesi in particolare): una presenza numerosa che nel tempo si integrerà nel Borgo, contribuendo attivamente, agli inizi del 1500, alla ricostruzione di una nuova Chiesa a metà dello stradone, dedicata a San Giovanni Battista decollato, da cui il quartiere prenderà il nuovo nome conservato sino alla fine dell’800. E la storia, come sempre, continua a correre con fatti e misfatti, puntualmente descritti nel libro, che termina nel luglio del 1799 con il sacco della città a opera delle truppe francesi. Ma la vita dell’antico Borgo non si è fermata, allora. C’è ancora molto da raccontare, per cui sono sicuro  che torneremo presto a parlare delle nostre, vecchie, amate Casette.

Siriano Evangelisti

18 giugno 2021

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