Un sensale furbo e una spulendata co’ la pàpara avvenuta nei dintorni di Montolmo

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Gìgio de Sacripande vive un po’ alla giornata, prestandosi a fare a destra e a manca servizi e intermediazioni varie. È un furbastro, cioè un uomo di scarso valore e di poco affidamento ma che, non essendo capace di vere e proprie furfanterie, può riuscire talvolta utile.

Si dice che co’ la faccia sua ce se pò ‘cciaccà’ le mànnele (con la sua faccia ci si possono acciaccare le mandorle); si assicura anche che a chj je dà a magnà’ je dice vabbu (a chi gli dà da mangiare lo chiama babbo); infine lo si definisce senz’altro un pappande, faccia tosta e voltagabbana, insomma Gìgio è un avido scroccone. Si racconta che in occasione di una intermediazione a favore di un contadino che sta su lo sua (è proprietario della sua terra), riguardante l’abbattimento e la vendita di alcune querce, fu da questi invitato a pranzo unitamente a li legnatù (ai legnaioli).

Si era alla fine di agosto e il contadino credette di ripagare bene la senzarìa (il lavoro del sensale) e di festeggiare l’affare tramite una bbèlla spulendata co’ la farina nòa e co’ la pàpara in ùmmedo (una bella polentata con la farina di granturco nuova e con l’anatra in umido, cioè al sugo).

All’atto di mettersi attorno a la spianatora (tavola di legno), su cui era questa bellissima polenta fumante, al cui centro troneggiava l’anitra spezzettata, il contadino fece: “Lu sapéte, dico, quillu proèrbiu che dice: agùstu, pàpara arrùstu; ma io ve dico, per ‘llu ddìose, che la morte de la pàpara adè tra lo sugo e che lo sugo ce canda co’ la pulènda. E vvidirìmo, ammó, se mme daréte rajó” (Lo sapete, dico, quel proverbio che dice: agosto anatra arrosto; ma io vi dico, per quel Dio, che la morte dell’anatra è tra il sugo e che il sugo ci canta con la polenta. E vedremo, ora, se mi darete ragione).

Li legnatù dissero: “Ce canda de sicuro, e ‘stsa pulènda, sulo a vvedélla fa rimminì!” (Ci canta di sicuro, e questa polenta, solo a vederla fa rinvenire!). Gìgio invece disse: “A mme la pulènda me fà ll’àcito” (A me la polenta fa acidità) e si pappò tutta la pàpara!

Claudio Principi

24 luglio 2021

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