Storie maceratesi: che figura! O, piuttosto, che… figure! Ossia che personaggi!

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Un vecchio prete alto e grosso come un monumento, cieco della cecità dei vecchi, “diceva messa”; il chierichetto, il solito ragazzino comunicando o post comunione; a una fase della liturgia il messale (grande e pesante poggiato su altrettanto idoneo leggìo) deve essere spostato da una lato all’altro dell’altare.

Ogni messale è predisposto per la messa del giorno sicché in esso sono fissati dei segni, nastri, intacche a forma di unghia e Santini; il tutto come segnalibro. Orbene una volta il chierichetto nell’effettuare la manovra dello spostamento del messale (…) inciampa e cade; il messale va a terra, i segni si scompongono; il chierichetto si rialza e poggia il messale sul lato ove doveva essere collocato, ma i segni sono scivolati via e i nastri pendono.

Il prete nota l’accaduto e fra i denti, ma si sentirà anche non volendo, impreca a modo suo, non un moccolo certamente, ma solo così: “E adesso va a ttroà’ lo dritto su li co…!”

( tratto da “Macerata un tempo” di G. Binni rivisitato da G. Giachini)

3 dicembre 2021

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