Loro Piceno dai Carolingi ai Savoia… perché un castello così imponente? Da quando?

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Per avere una cognizione concreta della storia di un territorio si reputa opportuno esaminare i dizionari coronografici.  In essi vengono evidenziate varie caratteristiche del territorio: aspetti storici, fisici, antropici e se ne esaminano i rapporti di interdipendenza tra i fatti osservati. Si cerca di trascrivere, il più fedelmente possibile, quanto documentato su Loro Piceno, tralasciando i pochi dati relativi ai paesi vicini.

1) Dizionario Corografico Dello Stato Pontificio – G. Stefani – Milano & Verona 1856 – Pag. 551/52 – Loro – “Comune nel governo di San Ginesio, distretto di San Severino, delegazione di Macerata. Popolazione: 3822 anime. É questa una considerevole borgata posta a 10 miglia… da Macerata  e 7… da San Ginesio. Mostra il paese pochi ma buoni fabbricati, tra i quali il tempio maggiore è commendevole, ma più lo è la piazza munita di portici. Aveva belle e solide mura che in parte tuttora il recingono. La origine di questo castello è assai antica1, …ricordato col nome di Lauruni fino dal sec.  X”.

NdA: Per pura curiosità, in “Vite parallele, ediz. Napoli 1870,” Plutarco, nel capitolo VIII, pag. 210, tratta di Sertorio, impegnato militarmente  in Spagna;  menziona la città di Laurone e afferma che Pompeo Magno si rivolge ai cittadini di Laurone chiamandoli “lauroniti”. Loro appartenne dapprima al monastero di San Clemente, quindi ad una famiglia che da esso castello prese il nome di Lauri o de Loro. A favore dei poveri vi è una congregazione di carità. Gli abitanti sono industriosi, quivi si lavorano cappelli di paglia di finissima qualità. Vi si tengono due fiere annuali, ai 26 luglio, ed ai 24 novembre. Giace il territorio in colle e piano, e ha una superficie di rubbie romane 1694, ove fra gli altri raccolti primeggiano grano, grano turco, vino, olio e ghianda. Dista da Tolentino 7 miglia, e un miglio della sinistra riva del Letamorto, uno degli immittenti nel Chienti”. Nota: per lungo tempo il Rubbio era la più diffusa unità di misura delle superfici, generalmente equivaleva a 18484,38 Mq; il Rubbio si divideva in 12 coppe…

2) Dizionario Corografico Dell’Italia –  Amato Amati – Volume Quarto Milano 1878  Pag 712 / 713. Loro Piceno – Comune nelle Marche, provincia di Macerata e circondario di San Ginesio. La sua popolazione assoluta di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 3365 (maschi 1620, femmine 1745); quella di diritto era di 3443. Nel 1864 ve n’erano 3394. La sua guardia… consta in una compagnia con 70 militi attivi. Gli elettori politici sono iscritti nelle liste elettorali del collegio di Tolentino; nel 1863 erano 43. Ha ufficio postale. Appartiene alla diocesi di Fermo. Il suo territorio, la cui estensione è di chilometri 7 (sulla minore di 4), è abbastanza fertile e nella sua massima parte ha buona coltura. Produce frumento, “maiz”, vino ed olive in gran copia. L’olio è di una finezza singolare, il vino poi è di una bontà piuttosto unica che rara in tutte le Marche; di esso si fa grande esportazione e nell’interno e fuori di provincia. Non è gran tempo che anche l’industria della seta vi era prosperosa ma la malattia dei bachi diseccò questa sorgente di tanta utilità alla popolazione. Loro sorge sulla vetta di un’amena collina da cui si veggono all’intorno molte città, terre e borgate, cosicché si trova come nel centro di vastissimo anfiteatro. L’aria che vi si respira va soggetta a variazioni, ma è elastica, pura, saluberrima: non si ha memoria che quivi abbiano attecchito mai le epidemie. A settentrione ha Macerata, da cui dista 20 chilom. A levante Fermo 40 chilom. e a mezzodì Ascoli 60 chilom., e a ponente Tolentino 15. La terra è ricinta ancora in parte di mura e abbellita da buoni fabbricati, fra i quali a nessuno è secondo il palazzo municipale, che è vasto, ben ideato e prospetta la piazza con bei portici. La chiesa di S. Francesco, è la più grande, è di bella architettura ed in essa si ammirano due pregiate tele. Ha pubbliche scuole elementari maschili e femminili, notturne e domenicali, possiede un ospedale, fondato nel 1825, per ammalati poveri e per soccorsi a domicilio, tre Monti frumentari, aventi in complesso un fondo di ettol. 700 di grano (nota: con questo fondo verrà istituita la Cassa di Risparmio di Loro Piceno, sede in Via Vittorio Emanuele II, il 23 marzo 1884). Il concerto cittadino, diretto da un maestro comunale forma uno dei più begli ornamenti del paese. I suoi abitanti sono industriosi e alcuni di essi lavorano cappelli di paglia di finissima qualità. (Nota: questo autore riferisce anche a Massa Fermana “fabbricazione dei cappelli di paglia alla foggia di quelli della Toscana”).  Ogni  anno  vi  si celebrano quattro fiere: la prima nel secondo giovedì di quaresima, la seconda ai 6 di maggio, ambedue di non remota istituzione, la terza ai 26 di luglio  e la quarta ai 4 di novembre: queste ultime due  sono antichissime. Vi si tengono pure mercati in tutti i lunedì da novembre a tutto maggio. Antichissima1 è l’origine di questa terra. Da una lapide di piombo, della quale si conserva copia in carta nel municipio, trovata nel luogo ove era l’antico castello, si ha che un tal Valerio Arunzio, cittadino romano, fosse quivi rilegato ai tempi di Augusto1. In alcuni documenti del sec. IX e X trovasi… la denominazione di Castrum Lori, or di Curtem Lauri. Sembra che fin da quel tempo fosse stato un villaggio fortificato, ossia un villaggio aggiunto all’antico castello. (Nota: l’Amati suppone che i superstiti di Urbisaglia – dopo Alarico 408/409 – si rifugiarono nel castello di Loro. Ma non fa cenno al perché Alarico se ne tenesse lontano).

Donazioni e privilegi

Lodovico II, figlio di Lotario, donò questo castello colle sue pertinenze nell’875 dell’era volgare al monastero di S. Clemente in Pescara, detto Lausariense… venne confermata nel 969 da Ottone I, e in seguito da Alessandro III (170º papa dal 1159 al 1181) e da Celestino III (175° papa dal 1191 al 1198). (Nota: Celestino III, con il “Breve” del giugno 1191, disciplina i diritti e le giurisdizioni dei Vescovi e degli Abati nelle diverse terre, chiese e relative pertinenze: «in Marchia: Castrum Lauri, Castrum Caldarolae, Castrum Montis Actonis etc.»)

Afferma il Marini in “Storia della terra di Montottone – Fermo 1863” – “… in queste donazioni, Loro tiene sempre il primo posto, fra tutti gli altri luoghi della Marca; il  che dimostra come in quel tempo fra tutti gli altri primeggiasse. Sul principio del secolo XII venne sotto la signoria della potentissima famiglia di Brunforte, che lo tenne per lungo tempo. Indi passò sotto il dominio di Fermo, e fu in questo tempo che sostenne molti fatti d’armi, or con prospera, or con avversa fortuna, per sottrarsi dalla dominazione fermana veramente tirannica. Restituito finalmente a libertà, venne da S. Pio V, dichiarato Terra…, finché passò interamente sotto l’amministrazione pontificia. La terra di Loro diede i natali a parecchi uomini distinti nella spada e nelle lettere”.

(Nota: Pio V, (225° Papa dal 1566 al 1672) con Bolla “de non infeudando o Admonet nos”, del 2 aprile 1567, vieta l’alienazione dei possedimenti pontifici – in particolare nelle Terre Murate – e obbliga i cardinali a giurare di opporsi con tutte le loro forze a quel pontefice che volesse violarla. La fine del nepotismo – intesa come regalie e/o privilegi – fu lunga e difficoltosa o meglio, sotto altre forme, sopravvive in salute).

“Un insediamento corrispondente all’attuale Loro Piceno è già ricordato in epoca altomedievale. Nell’anno 875, infatti, Ludovico II, figlio di Lotario I re d’Italia, donava Loro al monastero di S. Clemente di Casauria degli Abruzzi. Tale possesso fu confermato nei secoli seguenti da vari imperatori, mentre in diversi benefici e privilegi pontifici l’insediamento è ripetutamente citato, a partire dal 1049 sino alla fine del secolo XII. I benedettini esercitavano sul ‘Castrum Lauri’ e la sua ‘curte’ giurisdizione civile ed ecclesiastica, ma in alcuni documenti del sec. XI iniziano a comparire anche il vescovo di Fermo e alcuni signori feudali, che in certo modo condividevano il dominio sull’insediamento”.

Carlo Magno 800/814 – Re dei Franchi e dei Longobardi, 5 mogli (Imiltrude, Ermengarda, Ildegarda, Fastrada, Liutgarda) e 14 figli; 800 incoronato da papa Leone III.

Ludovico I (il Pio) – 814/840  – Re di Franchi e Longobardi, 2 mogli (Ermengarda di Hesbaye, Giuditta di Baviera) e 8 figli.

Lotario I – 840/855 – Re d’Italia e di Lotaringia, da Ermengarda di Tours ebbe 3 figli e 5 figlie.

Ludovico II (il Giovane) – 855 / 875 – da Engelberga d’Alsazia ebbe 2 figlie – Re d’Italia dall’850, Imperatore dei Romani dall’855 e re di Provenza5 dall’863 alla sua morte.

Brevi considerazioni

Notevole l’attenzione con la quale i Franchi seguono le sorti del Piceno dalle donazioni di Pipino in poi. L’intervento di Lodovico II fa supporre la volontà di imporre un freno all’espansionismo fermano.

Forse non è un caso che Clodoveo fosse re dei Salii (Piceni?) sull’isola dei Batavi4

Ludovico II dall’863 al 875 fu re di Provenza, dove nel II sec a.C. i Salii tennero (per anni) testa ai Romani.. Coincidenze dalla storia.

Argomenti già divulgati

1 – Loro Piceno castello antico o antichissimo  https://www.larucola.org/2021/02/26/loro-piceno-un-castello-solo-antico-cioe-medievale-oppure-di-origini-antichissime/

2 – Donazione di Pipino   https://www.larucola.org/2021/06/25/sacrifici-e-donazioni-nei-millenni-fino-alla-sedicente-donazione-di-pipino-il-breve/

3 – Loro Piceno già città PICENO larucola.org/2021/01/18/ripercorriamo-la-storia-di-loro-piceno-il-cui-nome-in-tempi-antichi-era-piceno/

4 – Clodoveo: Re dei Salii  http://larucola.org/2017/10/08/un-po-di-storia-propedeutica-al-piceno-clodoveo-re-dei-salii/

5 – Sali in Provenza   http://larucola.org/2017/04/15/salii-in-provenza-nel-ii-secolo-a-c/

P.S.: da molti anni cerco di capire e divulgare la storia dei Piceni. Pazienza se molta “intellighenzia” marchigiana preferisce silenziare.

Nazzareno Graziosi

30 dicembre 2021

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