Ogni martedì alle ore 18.00 per quindici settimane consecutive si svolge presso l’oratorio della chiesa Santa Madre di Dio in Macerata il laboratorio teatrale “Attenzione! Giovani in corso.” L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato ai servizi sociali del Comune di Macerata e fortemente voluta dall’Assessore Francesca D’Alessandro per fornire ai giovani un’occasione di confronto con i valori dell’arte e della poesia, importanti strumenti di conoscenza e relazione.
Il laboratorio, affidato al Minimo Teatro (nella foto la vice presidente Serenella Marano) è condotto dal pioniere delle attività laboratoriali scolastiche nelle Marche, Maurizio Boldrini, grande interprete poetico, direttore da 40 anni del Minimo Teatro e della Scuola di Recitazione.
All’iniziativa partecipano una quindicina di ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni. Abbiamo “spiato” uno degli incontri perché c’è giunta eco della magia che caratterizza costantemente il rapporto operativo tra il maestro e gli allievi/e. Tre panche e alcune sedie descrivono il perimetro operativo, c’è una vecchia lavagna nera appoggiata a una colonna usata per comporre i testi, i ragazzi mostrano a turno azioni mimiche da loro inventate, gli allievi seduti sulle panche hanno il compito di registrare a parole scritte ciò che vedono dai loro compagni senza obblighi storici, ognuno appunta le proprie parole in libertà su un quaderno.
Al termine di ogni azione mimica collettivamente si compone alla lavagna una poesia attraverso le parole appuntate individualmente. Tutte le parole, sia prese per la composizione o rifiutate, diventano occasione di riflessione etimologica, filosofica, storica, sportiva, culturale. I ragazzi e le ragazze si accendono di interesse, partecipano con forza, intervengono con le loro conoscenze che immediatamente diventato parte integrante delle scene e dei testi, un furore creativo che è magistralmente canalizzato da Maurizio Boldrini che con disinvoltura e leggerezza combina, rilancia e sorprende.
Egli è un ragazzo con i ragazzi. E così si realizza la più fenomenale macchina umana per seminare poesia che si sia mai vista. Si sono svolti solo sei dei quindici appuntamenti, al termine è previsto un saggio pubblico, ma il teatro di questa iniziativa sta in ogni momento del percorso elaborativo, ed è impossibile scrivere la storia di questo fenomenale teatro poetico, lo si può solo partecipare. Da una parte l’esperienza riempie doppiamente il cuore perché ci mostra come è fatta una vera classe di studio e perché questa classe è per i giovani, ma dall’altra ci procura anche malinconia perché ci ricorda che questa situazione è una eccezione, purtroppo non è la norma.
Un plauso al Comune che ha voluto l’iniziativa, nella speranza che possa diventare una piacevole ed esemplare costante pedagogica per la comunità. Non a caso la classe è intitolata alla memoria di Giuliano Scabia, poeta, drammaturgo, maestro (maestro anche di Maurizio Boldrini) che ha aperto orizzonti impensabili per la capacità relazionale del teatro. Grazie anche a Don Carlos che con gentilezza ed entusiasmo mette a disposizione l’oratorio della chiesa.
Patrizia Mancini
1 marzo 2022