Battaglia di Filottrano: il salvataggio della città dal bombardamento degli aerei alleati

Print Friendly, PDF & Email

Come avviene oggi in Ucraina, durante i conflitti, spesso, le strutture sanitarie non sono risparmiate e questo accadde anche durante la seconda guerra mondiale per l’ospedale di Filottrano, che fu al centro di una cruenta battaglia. Dal 1970 al 1986 lo studioso filottranese Giovanni Santarelli ha condotto laboriose ricerche sulla battaglia avvenuta nella sua città nel luglio 1944, durante la guerra di Liberazione. Santarelli fece tesoro delle testimonianze dei reduci della Nembo, del Corpo di Liberazione Nazionale, dei polacchi e dei civili del luogo. Scrisse all’ambasciata tedesca in Italia che non aveva nessuna documentazione al riguardo, ma gli fornì l’indirizzo di un’associazione di combattenti in Germania. Dopo di ciò tanti tedeschi gli risposero nella lingua di Goethe. Fortunatamente trovò un volenteroso che si mise a sua disposizione gratuitamente per la mediazione linguistica. Ecco perché sia nel museo che nel libro vi sono così tante notizie anche su chi era dall’altra parte del fronte. A lato dell’ingresso di quello che era stato un convento dei Cappuccini (XVII sec.), che era diventato un ospedale nel 1928, oggi vi è un angolo in memoria dei caduti e combattenti.

Chi chiese agli Alleati di non bombardare Filottrano? – “Che io sappia, nessuno chiese ai governanti di allora di intervenire per non far bombardare Filottrano dagli aerei alleati. Le cose si risolsero in loco tra il CIL (Corpo Italiano di Liberazione) e il Corpo polacco. Secondo le testimonianze le cose andarono così: poiché il 7 luglio 1944, dopo giorni di combattimenti, la città di Filottrano ancora non cadeva ed era una spina nel fianco sinistro del Corpo polacco, che già si era spinto oltre il Musone, da lontane retrovie gli Alleati proposero di far intervenire gli aerei da bombardamento, ma ci fu il netto rifiuto del Generale Umberto Utili, comandante del CIL, e del Generale Giorgio Morigi, che conduceva le operazioni. Non si volle la distruzione della città e la morte di chissà quante persone tra la popolazione civile”.

Ci dica sull’occupazione dell’ospedale Giuseppe Gualtiero Gentiloni – “I tedeschi occuparono l’ospedale di Filottrano il 1° luglio 1944 e munirono a caposaldo sia l’edificio che il parco antistante. Il caposaldo dominava l’ingresso delle strade che da levante immettono a Filottrano”.

I ricoverati nell’ospedale erano stati evacuati? – “Durante la battaglia il personale dell’ospedale, i malati e gli ospiti dell’annessa Casa di Riposo sono rimasti nell’edificio riparando nel seminterrato”.

Perché “Bivio della morte” l’attuale piazzale della Repubblica? – “Lo hanno chiamato ‘Bivio della morte’ i paracadutisti della Nembo, perché era uno spiazzo completamente minato e del tutto scoperto, dominato dal sovrastante caposaldo tedesco dell’ospedale. Invece di ‘bivio’ sarebbe da chiamarlo ‘quadrivio’, perché da lì si dipartono le due strade per Jesi e per Osimo e le due strade che immettono in Filottrano città”.

Quanti caduti e feriti ci furono? – “Le fonti storiche della battaglia di Filottrano enumerano 135 Caduti, la maggior parte della divisione Nembo. Tra i Caduti c’erano anche appartenenti ad altri reparti del CIL. Il numero dei feriti è incerto, ma uno storico protagonista ne cita 287”.

Chi fornì il supporto di artiglieria? – “L’artiglieria a Filottrano era unicamente quella dell’11° Reggimento del CIL e del 184° Reggimento della Nembo”.

Alla presa di Filottrano parteciparono anche reparti polacchi? – “La conquista di Filottrano città, l’8 e 9 luglio del ‘44, fu opera soltanto della Divisione paracadutisti Nembo. I polacchi, che già avevano liberato il territorio orientale tra  Filottrano e Osimo, concorsero con l’appoggio della propria artiglieria e con tre carri armati Sherman, che tra l’altro furono colpiti e incendiati dai tedeschi”.

Ci furono prigionieri tedeschi? – “Dalla relazione ufficiale della battaglia di Filottrano il comandante del CIL, Generale Utili, parla di una settantina di prigionieri, ma il numero è incerto”.

Nel libro ci sono diverse foto Belelli, chi erano costoro? – “I Belelli di Filottrano erano e sono tabaccai. Le foto riprodotte nel mio libro le avevano fatte fare loro da terzi e le vendevano nel negozio come cartoline illustrate”.

Da una foto del libro si vede palazzo Beltrami danneggiato – “Il Palazzo Beltrami è stato bombardato durante la battaglia, ma il Museo non c’era ancora. È nato dopo, riedificato sullo stesso posto”.

Una sintesi della battaglia? – “Una mia sintesi della Battaglia di Filottrano è questa: la città di Filottrano visse il suo momento epico durante l’ultimo conflitto mondiale, quando, munita a caposaldo da truppe tedesche a difesa di Ancona e del suo strategico porto, fu teatro di una cruenta battaglia durata dieci drammatici giorni. Prostrata e devastata Filottrano rinacque alla Patria e alla Libertà il 9 luglio 1944 a opera della Divisione paracadutisti Nembo del CIL con il concorso di unità del II Corpo d’Armata polacco”.

Chi volle il “Filottrano 1944. Museo Memorial della Battaglia”? – “Il Museo della battaglia di Filottrano nacque su mia idea e per volontà dell’allora Sindaco Avv. Ivana Ballante, nel 2006 nel Palazzo già Orland. Nel 2017, non essendo più agibile il sito su cui sorgeva, il Museo rinacque in forma più moderna nel vicino Palazzo Accorretti per volontà dell’attuale Sindaco Avv. Lauretta Giulioni e finanziato dagli ex combattenti della “Fondazione Filottrano” e dalla signora Margherita Granata Giaccone, vedova del Colonnello  Leandro Giaccone, comandante del 184° Rgt. Artiglieria Nembo nella battaglia di Filottrano”.

Dalle ricerche di Giovanni Santarelli è scaturito il volume “La battaglia di Filottrano. 30 giugno-9 luglio 1944” stampato in tre edizioni negli anni 1986, 1991 e 2004, ben documentato e con buon corredo iconografico.

Eno Santecchia

Giovanni Santarelli

31 agosto 2022

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti