Molti si chiedono: “Dove andremo a finire se l‘Unione Europea copia le Marche?”

Nelle Marche alcuni anni fa si decise di chiudere alcuni ospedali e i cittadini fecero subito opposizione. La Regione, allora, eliminò, gradualmente, uno a uno i vari reparti e così gli ospedali sono stati chiusi senza colpo ferire (Ndr: la storia è un po’ più complicata ma il risultato è lo stesso).

L’Europa sta facendo lo stesso. Non potendo eliminare tutta l’Italia in un colpo solo, sta piano piano colpendo le migliori strutture italiane una a una. Prima gli insaccati di maiale, ottimi e antichissimi alimenti sempre molto apprezzati, sono stati accusati di essere nocivi per la salute. I prodotti agricoli italiani, eccellenti sotto tutti i punti di vista, non hanno avuto protezione alcuna e, lo ha fatto vedere chiaramente Coldiretti, vengono criminalmente e liberamente contraffatti in tutta Europa e pure in Usa. I viticultori italiani, mettendo sul mercato dei vini straordinari, hanno conquistato il mercato mondiale arrivando a essere in testa alle vendite in quasi tutti i paesi. L’Europa prima ha detto che bisognava allungare il vino italiano con l’acqua e, quando la cosa è stata ridicolizzata e bloccata, hanno proposto di mettere sulle bottiglie del nostro “nettare” la scritta: “Il vino è cancerogeno!” Solo l’intervento dei politici italiani ha potuto bloccare tale inverecondo scandalo.

Il missile con la testata atomica più distruttiva l’hanno ora sparato su quello che è il fiore all’occhiello dell’Italia, una nazione da sempre immenso scrigno di tesori storici, artistici e naturali: le spiagge, meta di milioni di turisti da tutto il  mondo, e la trovata dell’Europa questa volta  è stata l’imposizione di mettere all’asta gli arenili della nostra bella Italia. I nostri politici ci hanno messo una pezza allungando il brodo con una proroga di due anni ma è solo un palliativo temporaneo.

Infatti se anche tutti i titolari di concessioni sull’intero litorale italiano si consorziassero, cosa quasi impossibile, non avrebbero la forza economica di controbattere le offerte che potrebbero fare le grandi società straniere che già hanno messo gli occhi sull’affare. Così cancelleranno la storia di famiglie che da generazioni gestiscono le concessioni, tarperanno le ali a chi ci ha e metteranno in mezzo alla strada decine di migliaia di dipendenti. E noi italiani dovremo pagare l’ingresso per entrare nelle nostre spiagge. Che potrà ancora succedere alla povera Italia?  Toccherà al settore della moda? Diranno che lo stile delle nostre creazioni potrebbe creare… effetti allucinogeni?

Cesare Angeletti “Cisirino”

11 novembre 2022

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