Quando l’amore viaggiava in Lambretta: un miracolo italiano venduto, poi, all’India

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Nel dopoguerra, l’Italia aveva voglia di ripartire e determinante fu l’apporto della Piaggio con la sua Vespa. Subito arrivò una agguerrita concorrente: la Lambretta. Vi racconto queste cose perché mentre l’Italia impazziva soprattutto per la Vespa, nelle nostre zone, grazie a due concessionari da attacco, Nardi a Macerata e Ferruccio Petracci a Porto San Giorgio, la Lambretta spopolò. Questo anche perché in ogni angolo della provincia si erano aperte officine di vendita e servizio.

La domenica era normale vedere coppiette ben vestite inforcare la Lambretta e andare a fare gite in tutte le Marche e anche oltre. La Vespa e la Lambretta, classificate col nome di scooter, furono una invenzione italiana che conquistò il mondo, perché erano mezzi bene schermati e non sporcavano i vestiti come succedeva per le moto. Le donne si vestivano in maniera molto elegante e sfoggiavano i loro abiti svolazzanti all’aria.

La Piaggio/Vespa ancora esiste in Italia, mentre la Innocenti/Lambretta fu venduta agli indiani, perché l’India aveva adottato massicciamente questo mezzo. La vendita di tutto il gruppo Innocenti avvenne a seguito di un triste episodio. Morto il fondatore dell’azienda, il figlio non dimostrò la stessa imprenditorialità del babbo. Un operaio sindacalista “rosso” per dimostrare il suo non apprezzamento, sputò in faccia al giovane industriale. Costui, per ripicca ma anche perché non si sentiva in grado di emulare il babbo, cedette tutto agli indiani.

Una ultima curiosità: molti, sbagliando, credevano che lo scooter si chiamasse Ambretta e scrivevano L’Ambretta. Il nome “Lambretta” deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano proprio gli stabilimenti di produzione. Forse i marchigiani sbagliavano perché da noi, a Montefortino, abbiamo il fiume… Ambro e il frequentatissimo santuario. 

Alberto Maria Marziali

19 novembre 2022

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