Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 7

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Novosibirsk – La strada verso Novosibirsk è nuova, costruita di recente, scarta i paesi e prosegue diritta. Nei rettilinei sembra perdersi all’orizzonte. Come nelle grandi praterie americane non c’è motivo per fare curve, se non la necessità di non far addormentare i conducenti. Sono sparite le conifere e si vedono solo betulle, a macchie tra i campi coltivati. Non si riesce a vedere fin dove arrivino le coltivazioni che si perdono all’orizzonte. La Siberia sta diventando il nuovo granaio della Russia. Ogni tanto una mietitrebbia in azione, rispetto ai nostri climi, la raccolta è in ritardo di circa due mesi. In Russia lungo le strade siamo abituati a vedere agricoltori che vendono i loro prodotti: patate, cipolle, ortaggi, mirtilli e funghi appena raccolti. Un tempo arrivavano con un carretto a mano o trainato da un cavallo, oggi hanno tutti un’auto. Anche questo il segno del tempo che cambia, della motorizzazione privata che aumenta. A tratti i campi di cereali sono interrotti da campi di fieno con bovini e pecore al pascolo, senza bisogno di recinti per l’alternanza del pascolo.  Di fieno ce n’è per tutti. Arriviamo a Novosibirsk, il grande nodo ferroviario della transiberiana e considerata il centro geografico della Russia. In città una piccola cappella, dedicata a san Nicola, indica il punto esatto. Fa impressione pensare che dopo tanti giorni abbiamo attraversato solo la metà di questo immensa paese. La stessa impressione che provai quando arrivati a Mis Mida, prima dello stretto di Bering, vidi un pilastrino con inciso 180°. Esattamente dalla parte opposta di Londra. Città industriale, sul fiume Ob, con un grande porto e una larga periferia. Certamente d’inverno fa freddo, i passaggi pedonali che scavalcano strade e ferrovia sono tutti coperti, come è coperto il ponte della metropolitana che scavalca l’Ob. Si vede un fervore di costruzioni, quindi una ripresa dopo la crisi degli ultimi anni. Anche i locali pubblici sono moderni, ben frequentati, negozi alla moda, insomma una sensazione di benessere. Quello che più colpisce noi maschietti sono le ragazze, veramente splendide forse le più belle tra tutte quelle che abbiamo incontrato fin ora. Vestite in modo impeccabile e cordiali. Secondo noi le più belle ragazze della Russia sono quelle di Novosibirsk. Scambiamo le nostre impressioni con alcuni giovani in inglese o con l’aiuto di Andrea, il nostro interprete. Il tempo è cambiato e la temperatura è più accettabile, anzi gradevole. Lasciamo Novosibirsk.

Due Porter in marcia

Novokuzneck – L’appuntamento che avevamo a Kemerovo è stato spostato a Novokuzneck, ci dirigiamo a sud, verso le propaggini dei Monti Altai, un arco di montagne alte fino a 4.500 metri tra Russia, Mongolia, Cina e Kazakistan. I paesaggio è più vario, il terreno ondulato con campi di fieno e coltivati e allevamenti. Nei campi non c’è irrigazione, solo la pioggia bagna il terreno o la rugiada notturna. Lungo la strada non si vedono persone, i paesi sono lontani, se ne intravede solo qualcuno, viene in mente per questa regione l’espressione di deserto verde. Ai bivi ogni tanto si vedono anche venditori di carne, hanno esposta come richiamo la testa di un maiale o di un vitello a seconda della carne offerta. L’autunno avanza rapidamente, le foglie delle betulle stanno cambiando colore dal verde al giallo, al rosso, al marrone e il paesaggio assume un aspetto stupendo. Novokuzneck è il centro di una regione di industrie metallurgiche, con miniere di carbone e ferro. Già verso Leninski Kuznecki, appaiono le prime ciminiere e un velo grigio copre l’orizzonte. Imbocchiamo la nuova autostrada che collega queste due città sempre tra ciminiere e fabbriche. Novokuzneck ha una estesa periferia di industrie metallurgiche, le rotaie delle ferrovie russe e i famosi carri T34 della seconda guerra mondiale sono usciti quasi tutti di qui. Per il resto la città non offre molto, qualche palazzo di inizio secolo, i soliti monumenti a Lenin, ai Caduti e uno agli Operai metallurgici. Per il resto anonimi palazzi costruiti per dare alloggio alle famiglie degli operai metallurgici. Quando nel 1932 è stata impiantata l’industria, le autorità non sono andate molto per il sottile verso quanto esisteva già. In serata ci uniamo a un gruppo di giovani russi in un locale caratteristico, con grande allegria. È evidente la cordialità della gente di queste regioni siberiane. Ci fermiamo con i nostri mezzi all’interno della fortezza che domina la città, ben restaurata e trasformata in museo, un tempo baluardo dell’impero contro le invasioni dall’est. Il nostro carro soccorso ha problemi al freno di un ruota, si sono rotte le molle di richiamo. In una officina locale risolviamo il problema con due molle di uno ZUL, un autocarro a tre assi dell’esercito russo. Ci ospitano nella loro mensa, insalata russa (manco a dirlo) minestra e salmone. Per bevanda solo the freddo. Prima di entrare in officina il nostro mezzo viene lavato. Era successo anche quando cambiammo l’olio ai camper. Allora pensammo lo avessero fatto in previsione della manifestazione con i giornalisti, ora pensiamo che sia una prassi diffusa. Incontriamo sempre grande curiosità per i nostri veicoli, non solo per i Porter a guida automatica ma anche per i camper. In Russia non ne esistono, e le caravan si contano sulle dita di una mano; il turismo itinerante deve ancora nascere. Una ragazza guarda interessata e ci dice: “Non avevo mai visto una casa con le ruote”.

 

Due Porter in ricarica

Barnaul – Lasciamo Novokuzneck e saliamo sulle colline propaggini dei monti Altai. Il paesaggio è più vario, intorno solo betulle che nell’autunno ormai avanzato per questi climi assumono colori stupendi. Non siamo più nel deserto verde della Siberia. Ritroviamo le conifere solo avvicinandoci a Barnaul. La strada è nuova, il traffico scarso, viaggiamo bene. Fermandoci per la sera siamo coinvolti in una festa di matrimonio e accolti tra gli invitati. Ancora un esempio della cordialità della gente del posto. Ci avviciniamo al Kazakistan e si vedono pulmini con tanti bagagli sul tetto, gente che torna a casa dopo un soggiorno in Russia e acquisti fatti. Arriviamo a Barnaul dove è previsto un cambio di alcuni di noi. Pure a Barnaul, sul fiume Ob, i battelli dalla stazione marittima assicurano regolari servizi di linea con le altre città sui fiumi. Come sempre tanta polizia sulle strade ma questa presenza non sembra scoraggiare gli autisti russi che si esibiscono in infrazioni al limite dell’immaginabile. Rimpiazziamo le nostre provviste in un supermercato dove troviamo anche la birra sfusa, che viene venduta in bottiglie di plastica, portate dal cliente o fornite dal punto vendita. Facciamo un breve giro in città per trovare un Internet caffè. Come le altre città anche Barnaul ha vie larghe e lunghissime, il viale Lenin è più di quattro chilometri, scoraggiante fare un giro a piedi per la città. In Russia sui tram e autobus urbani c’è il bigliettaio, oppure l’autista fa anche da bigliettaio, così è tutto più comodo, non bisogna impazzire per cercare un punto vendita di biglietti e vi sono meno “portoghesi”. Il servizio di trasporto pubblico è efficiente, i mezzi sono molto frequenti ma tutti abbastanza “datati”.

Che pazienza in dogana! – Siamo fermi in aeroporto per le pratiche doganali. Al valico di confine con il Kazakistan di Rubcovsk Veselojrsk non c’è un ufficio principale, le pratiche devono essere fatte qui a Barnaul, e l’ufficio doganale è in aeroporto. La consueta burocrazia russa alle quale è impossibile abituarsi. Siamo fermi sul piazzale dell’aeroporto da mezzogiorno di domenica 26 settembre. Le pratiche doganali vanno avanti per tutto il lunedì. In serata ci comunicano che non possiamo uscire dal valico di Rubcovsk, che avevamo indicato all’entrata in Russia e che è riportato in tutti i documenti che hanno compilato all’entrata, ma dobbiamo uscire dal valico di Karasuk. Sono 650 km oltre al maggior percorso in Kazakistan. Cerchiamo di comprendere i motivi di questo fatto ma gli uffici chiudono e dobbiamo aspettare l’indomani. Il mattino dopo alle ore 10 dopo una inutile attesa partiamo per Karasuk. Vi arriviamo poco dopo mezzanotte e abbiamo un nuovo problema. A Gabriele il visto scade il 28. Le autorità doganali sono inflessibili, l’ora e mezzo di ritardo oltre la scadenza del visto deve essere regolarizzata dall’ufficio competente. Prima dicono a Karasuk, poi invece a Novosibirsk. Passiamo lasciando indietro Gabriele e Andrea, il nostro interprete. Alle 3 e 30 lasciamo la Russia. La frontiera kazaka, nonostante pessimistiche previsioni, è decisamente più semplice. Meno di cinque ore e alle 8 siamo in Kazakistan nonostante la compilazione delle polizze di assicurazione per ciascun veicolo. La carta verde non è riconosciuta. Però al ritorno dalla Cina la carta verde sarà riconosciuta e non sarà necessario stipulare nuove assicurazioni. Misteri della burocrazia. Eravamo convinti che le 22 ore passate alla frontiera tra Ucraina e Russia per entrare in Russia sarebbero state un limite invalicabile. Questa volta ci sono volute 63 ore per uscire dalla Russia. Anche togliendo le 15 ore del viaggio da Barnaul a Karasuk, restano ancora 48 ore, due giorni completi di dogana. Facendo il confronto con altre dogane e con quella del Kazakistan il giudizio sulla burocrazia russa non può che essere impietoso. Siamo abituati a valutare uomini e istituzioni dalle azioni, dai risultati; se questo è il risultato delle disposizioni che arrivano dal governo centrale è evidente che la Russia è ancora molto mal messa, mentre il Kazakistan sembra un modello di efficienza.

Gianni Carnevale

8 dicembre 2022

Puntata 1 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 1 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 2 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 2 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 3 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 3 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 4 – https://www.larucola.org/2022/12/05/94515/

Puntata 5 – https://www.larucola.org/2022/12/06/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-5/

Puntata 6 – https://www.larucola.org/2022/12/07/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-6/

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