Siamo di nuovo nell’epoca del ferro? Sembrerebbe, a giudicare dagli Alberi di Natale

 Nel 1200 a.C., grazie agli Ittiti, iniziò l’età del ferro e oggi, nelle piazze sembra che si voglia festeggiare l’evento. Un po’ ovunque sono pronti grandi alberi di Natale in ferro che qualcuno, cattivello, ha già battezzati  col nome di “Ferracchio”! Per queste scelte, le piazze si dividono ora tra chi rimpiange il caro albero prelevato dal bosco e l’albero uscito dalla ferriera. Sono bastate infatti alcune foto postate sui social per scatenare centinaia di commenti, molti contrari al nuovo albero di Natale metallico, giudicato “orrendo”, “freddo”, “inguardabile”, “di cattivo gusto”, e per molti simile “a un’astronave” o “a un’antenna telefonica”.

Mentre i lombardi milanesi si stavano vantando di avercelo “grosso”, i napoletani risposero con il cono (che chiamano albero di Natale) più grande al mondo. Misero infatti in campo una struttura in ferro e luci alta ben… quaranta metri! Le persone, già arrabbiate con quei docenti che avevano detto no al presepe, ora sono infuriate e dicono: “Prima ci hanno tolto il presepio, trasformandolo in una più banale allegoria dei rifugiati, adesso il ci tolgono pure l’albero sostituendolo con uno scheletro di metallo con le luci sopra. Il giorno che, come in “Ammerika”, si metteranno a chiamare ufficialmente Natale la “festa delle luci” o “dell’inverno” avremo fatto tombola.

C’è anche chi si lamenta e dice che se uno vuole vedere la meraviglia dell’abete “vivo” sotto Natale, con le radici non tagliate e pieno di neve e natura… può solo recarsi in montagna. Qualche sindaco ha presentato l’albero metallico ai propri cittadini come “innovativo e sostenibile”, simbolo di energia pulita, caratterizzato da giochi di luce. I contestatori, invece, hanno risposto che è una “gabbia per piccioni” che scimmiotta quella natalizia di Milano. Per il vero anche qui da noi di fantasia non se n’è vista molta. L’addobbo maceratese assomiglia a quello di Ancona, che assomiglia a quello di Fermo, che assomiglia a quello di Porto San Giorgio, che assomiglia… E l’elenco mai finisce (ndr: Macerata è tornata al classico/finto e l’albero tecnologico 2021 è finito davanti allo Sferisterio).

E che dire poi delle stelle? Anch’esse di ferro? A Porto Sant’Elpidio la cometa che guidò i Re Magi, s’è spiaccicata in mezzo a piazza. E un po’ in ogni città le stelle non sono più in cielo ma sono cadute e sono sprofondate per una buona metà, qua e la, nelle pavimentazioni. La situazione anno 2022 è che fasulli abeti di plastica e fil di ferro, specie di pseudo Tour Eiffel coniche, bucano la vista delle torri e delle chiese che si affacciano nelle piazze. In cima a qualche chiesa un puntale argentato, che più che una stella pare una tarantola deceduta, campeggia dall’alto su tanta gente esterrefatta da cotanta bellezza.

Mi piace segnalare che i tour operator sono in movimento per portare i turisti nostrani a Napoli, per vedere quell’albero di Natale, il grande abete sul lungomare di Napoli, che di giorno  è solo un cumulo di ferraglia, ma che vanta già un primato: è l’albero di Natale più alto del mondo. Con i suoi 40 metri si vede da ogni parte della città e per il primo giorno di accensione sono attese migliaia di persone in visita. Il prezzo d’ingresso è di 8 euro e all’interno c’è un’area ristoro dove è possibile mangiare qualcosa, ammirando il panorama.

Finisco di parlare degli alberi “Ferracchio” dicendo la mia idea. Posso? Io credo che i nostri amministratori, per essere un po’ diversi dalla massa dei politici fotocopia, avrebbero fatto meglio se avessero scelto di mettere a dimora, in mezzo al più centrale giardino cittadino, un vero grande abete, che dopo aver rallegrato i cittadini sarebbe restato li per sempre: estate e inverno… per poi essere riusato ogni anno, con grande risparmio di danaro pubblico, addobbando il grande amico verde! Credo che in tale modo si potrebbe dare un buon insegnamento alle giovani leve. Puntare su una pianta viva avrebbe simboleggiato la speranza, la perseveranza, la fiducia, la forza che ci possono sostenere anche nei momenti più difficili. E non sarebbe bello se, per abbellire questo abete, si coinvolgessero i bambini con le decorazioni da loro realizzate a scuola? Non avremmo preparato un Natale ancor più bello e partecipato? E il meraviglioso giardino, posizionato nel cuore della città, non avrebbe messo la città in una luce migliore da quella fredda e ferrea dei tanti Comuni “fotocopia”?

Alberto Maria Marziali

2 febbraio 2023

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