Donald è stato rieletto presidente con larga maggioranza: non perderà tempo nell’attuare le promesse elettorali più importanti. Non m’interesso più di politica contemporanea, perché a farlo, come dicono gli anglosassoni è so far no joy.
Preferisco guardare più lontano dove si sta avviando il genere umano, condotto per mano dall’ansia della “crescita” che tutti i governi promettono infinocchiandoci sul suo significato e tacendo sulle conseguenze. Tanto non serve più ragionare con la propria testa, basta seguire la propaganda politica e la pubblicità per sentirsi a posto, indifferenti alle immagini disastrose che la tv ci propina sulle alluvioni, buon ultima quella in Spagna. Ho visto nei telegiornali la gente incazzata e disperata che lanciava manate di fango ai reali ispanici in visita di solidarietà. Quanta ingratitudine! Essi, come tutti i nostri governanti hanno fatto di tutto per garantire la crescita.
Il riscaldamento globale è figlio della “crescita” ma noi vogliamo chiudere gli occhi sul fatto che le alluvioni sono la diretta, ineliminabile conseguenza della crescita. Non dimentichiamo le nostre di alluvioni, anche se ci piange il cuore a vedere i disastri spagnoli, ma smettiamo di rifletterci, tanto “passata la festa gabbato lo santo”, quando il TG passa dalla cronaca allo sport. Qualche tempo fa scrissi per questa testata che il global warming altro non è che l’eccessivo spreco di energie che inevitabilmente, per quell’ineliminabile fenomeno del rendimento, produce enormi quantità di calore indotto che non andando su Marte o la Luna ci riscalda. Hanno dato la colpa alla ciodue ma è solo fumo negli occhi. Il problema è l’eccessivo spreco di energia per produrre beni non necessari, se non al profitto dei padroni dell’economia che ci impongono sempre maggiori consumi chiamandoli “crescita”.
Non si può crescere all’infinito, e soprattutto non si può continuare così a scaldare il pianeta: non abbiamo un pianeta di ricambio. La questione non è da superspecialisti, è una cosa elementare: se metto una pentola piena d’acqua sul gas e accendo la fiamma regolandola al minimo, l’acqua all’interno si scalda lentamente e magari non arriverà mai a bollire, se invece regolo la fiamma al massimo non serve essere dottori in fisica per capire che si scalderà molto velocemente. È lo stesso fenomeno che avviene nei mari dove, quando l’acqua raggiunge e supera i 27 gradi centigradi su un’area di più di 400 kmquadri scatta il tornado; lo stesso quando le emissioni di calore, a esempio di un agglomerato urbano, creano una bolla d’aria calda di area equivalente che richiama un fronte ciclonico di nubi (la evaporazione dell’acqua del mare surriscaldato) e allora pioggia a catinelle.
Cosa c’entra Trump con tutto questo? C’entra parecchio perché il tycoon nella sua campagna elettorale ha promesso di annullare l’adesione degli USA ai protocolli sul controllo delle emissioni e quindi darà nuovamente via libera all’uso indiscriminato dei combustibili fossili, questo per fare paro con la Cina che questi protocolli non ha mai voluto accettare. Fra le prime reazioni dei politici italiani, oltre alle congratulazioni, ho sentito un esponente di spicco di Confindustria dire che, per mantenere la competitività, l’Europa dovrà anch’essa annullare le disposizioni a favore del controllo delle emissioni (green economy), perché per le leggi dell’economia, i maggiori costi per l’ecologia non ci darebbero più la competitività e la bilancia commerciale andrebbe in rosso.
Molto meglio che le nostre città vadano sott’acqua anzi sotto il fango, così si aumenta l’occupazione degli addetti alle macchine per movimento terra e si incrementa il commercio di componenti d’arredamento e di vetture sostitutive di quelle allagate. Cosa importa se ci sono anche dei morti e degli sfollati, cosa importa l’enorme disagio degli anziani che si ritrovano la casa allagata e non hanno ancora finito le rate dei mobili: comprarne degli altri significa “crescita” e perciò “benessere”, benessere certo! Ma di chi??!! Quindi non stiamo a preoccuparci oltremisura: cresceremo a suon di nubifragi e allagamenti, perciò con tanti auguri a mister president, prepariamoci ad aprire l’ombrello.
M. Difficilino
2 febbraio 2025