Ci sono famiglie che in giardino amano tenere piante da frutto, una consuetudine presente anche in qualche monastero e ce n’è una che a ogni autunno sfoggia i suoi frutti arancione: è la pianta dei cachi (Ndr: italianizzazione del termine giapponese kaki).
Ci sono varie motivazioni: di abbellimento, di produzione frutta e anche di ordine devozionale. Il cachi è una coloratissima pianta autunnale. Mangiare il frutto fa bene per molte malattie ma è particolarmente indicato per chi ha problemi di stitichezza e chi soffre di crampi ai muscoli. Questa pianta, posso aggiungere, ha anche significati nobili. Nel 1945 la pianta del cachi fu designata come simbolo di pace e di speranza: scopriamo insieme il perché di questo “titolo” e analizziamo più nel dettaglio le caratteristiche di questo albero.
Il frutto prende, in talune zone, il soprannome di “legnosanto”, poiché una volta aperto lascia intravedere al suo interno una sagoma simile a quella di Cristo crocifisso. Per accertarlo potete fare un esperimento, che consiste nel prendere un frutto, uno di quelli sodi e poco maturi, tagliarlo a metà dall’alto in basso e guardare bene la placenta, ossia la parte di colore bianco, la cui forma ricorda Gesù Cristo sulla croce. Una croce francescana a “Tau”. Nella tradizione Siciliana il seme veniva considerato sacro, poiché in esso è presente il germoglio della nuova piantina, che somiglia all’immagine della mano della Vergine Maria.
La scelta di designare questo albero come simbolo di pace risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945 gli americani bombardarono il Giappone utilizzando armi atomiche: la città di Nagasaki venne rasa al suolo. Dopo la devastante esplosione, alcuni esemplari di cachi rimasero in piedi, ergendosi e resistendo con stoicismo alla distruzione e alla insensata violenza della guerra. Oggi il frutto del cachi, con il suo colore arancio deciso, sta a ricordarci le devastazioni di conflitti militari scatenati da comandanti inutili, per fini inutili.
Il frutto, se lasciato sulla pianta fino a completa maturazione arriva a Natale prima di cadere dai rami. Per coloro che si oppongono alle guerre, da quel 1945 queste piante sono diventate un emblema di resistenza pacifica e l’allegoria di chi si batte ogni giorno contro le irragionevoli atrocità, sfidandoli con disarmante tenacia ma ovviamente senza violenza. In Italia la prima pianta di cachi, origine dalla Cina, fu piantata nel giardino di Boboli nel 1871.
Alberto Maria Marziali
14 febbraio 2025