La leggenda torna a vivere… per fortuna è passata quella festaccia satanica che è scimmiottata dagli americani: la pagliacciata delle zucche vuote. Ora vi racconto di ‘Spiritelli’ nostrani, che essendo frutto di leggenda non fanno male ad alcuno. Vi parlo dei Mazzamurelli elpidiensi. Alcuni anni fa, in occasione del terremoto di Umbria e Marche del 1997, avvenne uno strano esodo dalla zona dei Sibillini. Spaventati dal terremoto parecchi animali fuggirono verso le zone costiere e fu per questo che le nostre campagne si popolarono di cinghiali, scoiattoli, caprioli, tassi, istrici e lupi. Venne nelle colline prospicienti il mare anche uno stranissimo essere che in montagna viveva dentro gli alberi secchi: il mazzamurello. Di certo qualcuno di questi, avendo trovato la porta aperta salì dentro la torre in piazza centrale e prese casa nelle antiche travi in quercia tarlata dei mezzanini. Quando i tecnici del comune decisero di cambiare quelle travi con altre in legno di abete, abbatterono gli antichi legni e per i mazzamurelli fu gioco forza scappare via infilandosi dentro alcune case.
Chi sono i Mazzamurelli? – Quando il mito fiabesco incontra i paesaggi dei monti Appennini le storie magiche parlano dei Mazzamurelli. Di piccola taglia e di aspetto elfico, il mazzamurello è una creatura fantastica della tradizione fiabesca di gran parte delle regioni italiane. Sono i folletti di montagna, spiritelli dispettosi che non vedono l’ora di tirare qualche scherzo a noi poveri umani! Caratteristica precipua del Mazzamurello marchigiano è il produrre rumori all’interno delle abitazioni per manifestare la propria presenza, agli abitanti della casa. Infatti, l’etimologia del nome di questo folletto viene fatta derivare popolarmente proprio dai termini “mazza” (colpo) e “murello” (mura), per indicare la sua abitudine di battere contro le mura di una casa per manifestarsi. In realtà la foschia del folklore potrebbe aver tratto in inganno molti, dato che recenti studi rimandano il termine all’accezione di ‘ammazza Mori’, intesi come Saraceni. Sono Folletti che, secondo la tradizione popolare, premiano i bambini buoni e puniscono quelli cattivi.
Cosa combinano i Mazzamurelli? – Danno colpi in casa come per dire “Ci sono anche io!”, rovesciano lo zucchero o nascondono oggetti, ma state tranquilli! Non sono pericolosi, solo tanto dispettosi! Svaniscono all’improvviso, non hanno ombra, non lasciano impronte, appartengono al piccolo popolo fatato. Uno di quelli fuggiti dalla torre cittadina si chiama Bon, ed era nato alle pendici del grande Monte Sibilla nel 1600, dentro il tronco cavo di una maestosa quercia. Questo bricconcello è alto 30 centimetri, ma ha la forza di dieci umani. Gli piace vestirsi di marrone, come la terra o di verde come le foglie, e porta un cappuccio a cono. È un piccolo gnomo delle nostre montagne, di cui conosce bene ogni sentiero e molte volte ha aiutato i viandanti che avevano smarrito la via, anche se non potevano vederlo. È un messaggero per chi non c’è più, un’anima giocosa del verde, che si fa beffe di chi è cattivo, aiutando invece chi ha un cuore buono.
Prima di venire in terra elpidiense Bon era vissuto nei pagliai, nei capanni, nelle grotte, nel bosco, nei tronchi cavi degli alberi, ma spesso gli è piaciuto nascondersi nelle assi di legno dei pavimenti o nelle soffitte delle case. Dovete sapere che alcuni mazzamurelli scelgono di vivere con gli umani. Se di notte o durante i pomeriggi assolati sentite un bizzarro rumore e origliate da un muro per cercare di capire e vi aggirate in casa un po’ sorpresi pensando di non essere soli, sappiate che potrebbe essere uno di loro. Sarà vostro alleato e complice di buona sorte se lo avrete ben ‘ospitato’ in casa, e potrebbe anche svelarvi, magari solo a voi, nascondigli di antichi tesori.
I mazzamurelli, a volte ritornano in montagna e mentre raggiungono la vetta del monte Sibilla o del Vettore, per ammirare le stelle, durante il cammino raccolgono magiche pietre che poi portano con sé. Dicono di essere noti agli umani da più di 2000 anni, ma sono molto più antichi di quanto si possa pensare. In passato molti contadini erano in grado di vederli ed essi lavoravamo la terra con loro. Se oggi camminando nei nostri boschi avrete la sensazione di essere silenziosamente osservati, ma girandovi per capire meglio non trovaste nessuno, non pensate semplicemente di esservi sbagliati, se guardate meglio scoprirete di non essere soli e troverete i loro occhietti vispi mimetizzati lì nel verde, dove amano nascondersi.
Nelle Marche in Abruzzo la figura del mazzamurello è figlia del bagaglio culturale derivante dal bacino dei Monti Sibillini, che da millenni assorbono storia e rimandano leggende. Al pari della nota Sibilla Appenninica (da cui i monti prendono nome) e delle fate caprine, anche i Mazzamurelli sono considerati elementi di tramite tra il reale e l’incantato: creature che fanno da ponte tra il mondo terreno e l’aldilà, e il loro arrivo si pensa sia un messaggio di un caro defunto. Quando ero bambino ero terrorizzato dai Mazzamurelli, i folletti piccoli abitanti delle campagne e dei boschetti. Sentivo tanti racconti che li riguardavano, nessuno particolarmente spaventoso, ma ogni rumore nella notte, sarebbe potuto essere un segnale della loro presenza. Da bravi abitanti dell’ex Stato della Chiesa, nelle Marche si pensa si possano scacciare facilmente i mazzamurelli con la preghiera. Un mio vicino mi raccontava che per liberare una sua casa infestata era ricorso a un rituale, un vero e proprio esorcismo con preghiere, insulti, aggressioni a suon di zolle di terra sulla porta della casa infestata, e trecce d’aglio appese alle maniglie. Così facevano anche altri miei vicini su una casa che aveva spesso come ospiti anche curiosi scoiattoli che si divertivano a scorrazzare sulla mobilia facendo cadere le suppellettili e provocando il caratteristico rumore di “presenza”. Altri racconti invece narrano di rumori di bottiglie che rotolano, forti botti e stoviglie infrante, laddove, a una successiva indagine, niente era stato spostato.
Nelle zone dove vengono menzionati “mazzamurelli fantastici” che vivono nel sottosuolo, state pur certi che, archeologicamente, potremmo trovare dei resti di un’antichità sconosciuta ai locali e non indagata scientificamente o anche un giacimento prezioso. Qualcuno mi ha raccontato che a casa sua, nel silenzio del pomeriggio, era di cattivo auspicio sentir battere ritmicamente all’interno dei muri. Mia madre, che li aveva più volte sentiti, mi diceva fossero i tarli, ma la struttura della sua abitazione era composta da cemento e laterizio, che stavano rosicchiando i tarli nella parete? Come abbiamo imparato a nostre spese, la nostra terra è ad alto rischio sismico e i continui piccolissimi assestamenti possono produrre dei rumori che risultano inspiegabili se non collegati a una scossa percepibile dall’essere umano. In quei casi è sisma e non possono essere i mazzamurelli.
Pochi giorni prima del terremoto del 24 agosto 2016, avevo la sensazione che qualcuno salisse le scale tutte le notti e che bussasse alla porta. Era impossibile fossero i piccoli elfi, eppure la razionalità non riusciva a spiegarlo perché non si percepiva alcun movimento, ma la casa, questo grande essere “vivente”, sì, lo percepiva e si manifestava in essa. Erano le avvisaglie del terremoto che la faceva scricchiolare. Ma torniamo alla leggenda. I Mazzamurelli sono creature intrise della magia di un territorio affogato nella natura e nelle storie di fantasia. A questo punto è bene concludere con la citazione di un famoso narratore: “Il Mazzamurello con i suoi capricci e le sue monellerie, non è che un travestimento comico dello spirito cosmico”.
Alberto Maria Marziali
1 marzo 2025