Una mano callosa rugosa e stanca / si appoggia a un nodoso bastone / che aiuta l’andatura di una capigliatura bianca / verso il tramonto e un letto di cartone.
L’altra mano tiene forte un filo / al quale son legati ancora i sogni / e tornando indietro ai tempi dell’asilo / gli par di passeggiare nel giardino dei cotogni,
quando tra i fiori rosa e le allegre altalene / correva all’impazzata per raggiungere gli amici. / Ora con le gambe come legate da catene / trascina tutti gli anni senza più radici.
Gli restano quei sogni racchiusi nei palloni / sempre vivi e prepotenti resteranno irrealizzati / voleranno su nel cielo con le preghiere e le canzoni / e si uniranno insieme con gli altri a milioni e colorati.
Marco Spaccesi
9 marzo 2025