Il saluto personale – In questi giorni è tornato di moda il saluto “fascista” a braccio teso, perlomeno ogni fermo immagine che dà quella impressione viene messo in evidenza per attaccare una parte politica, quella che nel suo orticello coltiva i… Meloni. Tra i tanti ci è andato di mezzo anche il prode Prodi (in foto) ma… attenzione, quello di Prodi non è un saluto romano ed è, invece, il saluto “di” Romano. Appunto di Romano Prodi. Sottil differenza di non poco conto. Poi, oggi, un anziano signore mio conoscente che stava alla finestra, vedendomi passare mi ha salutato alzando il braccio e agitando la mano. Anche costui, con un bel fermo immagine potrebbe rischiare di essere inquisito per istigazione al fascismo. Invece era solo un innocentissimo, cordiale e benevolo saluto amichevole.
Il saluto teatrale – Molti anni fa la Compagnia Teatrale di Madonna del Monte dette alle scene una commedia dialettale nella quale tra i protagonisti c’era un nonno nostalgico e un po’ rinco, magistralmente interpretato da Claudio Monachesi, che a ogni pié sospinto alzava il braccio, teso, e diceva: “Eja eja…” (era il grido fascista che terminava in “alalà” e scimmiottava l’americano hip hip hurrà) e gli altri attori presenti in scena si spicciavano a rispondere, in coro: “Vànne de là, vànne de là!”. Potete immaginare le fragorose risate del pubblico affatto scandalizzato.
Il saluto ferroviario – Chi non ricorda i film della serie “Amici miei”, esilaranti per le scenette e i colloqui da “supercazzola – antani”? Ebbene ci fu una scena che oggi ai personaggi di ogni genere sbilanciati a sinistra farebbe gridare: “Allo scandalo! Fassisti! (cambio di consonante per celiare un po’)” Era la scena girata in stazione, quella del treno in partenza. Uno dei protagonisti, presto seguito dagli altri amici, cominciò a prendere a schiaffi tutti quelli che stavano affacciati ai finestrini. Un gesto a braccio levato che, estrapolato dal contesto, oggi avrebbe fatto gridare: “Fascisti!”
Guano di Piazza
13 marzo 2025
