È uscito il terzo libro-studio sulla città di Macerata, edito da Simple Edizioni, dal titolo “Macerata ritrovata. Dal secolo XIV al XX” realizzato da Gianfranco Pasquali e Fabio Sileoni. Con questo volume prosegue la serie d’indagini storiche su Macerata già pubblicate in “Fortificazioni, Mura, Porte, Torri della città di Macerata” scritto da Gianfranco Pasquali e Mariella Troscè (2015) e “Fonti, Fontane, Lavatoi, Fontanili. Le acque del Comune di Macerata” scritto da Silvano Jommi, Gianfranco Pasquali e Mariella Troscè (2019).
In questo volume s’illustrano e si mettono in evidenza edifici sacri, palazzi, manufatti non più esistenti (a partire indicativamente dal XIV secolo), che in un tempo passato ornavano e davano lustro alla Macerata pontificia. Attraverso un’accurata ricerca documentaria, con il supporto di piante topografiche, progetti, foto antiche e cartoline, questo volume raccoglie una parte rilevante delle trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto della città. Allo stesso tempo racconta di monumenti, storie, peculiarità e curiosità su Macerata.
Il volume è anche illustrato con disegni realizzati da quel grande restauratore che è Gianfranco Pasquali, eseguiti con dovizia di particolari con la tecnica del disegno con pastelli colorati e colori ad acquarello. Dopo averlo avidamente sfogliato, leggendo i testi con estrema curiosità e osservando le immagini con grande interesse, specialmente quelle riguardanti le ricostruzioni del Pasquali, possiamo ben dire che ne è uscita una pubblicazione (parafrasando Silvio Craia) davvero “formidabile”.
La parte che più ci ha colpito è stata la ricostruzione della chiesa di San Francesco, eretta nella parte più elevata della città nel 1316 su di una struttura già esistente e, probabilmente (nostro pensiero) anche questa ultima su un preesistente tempio romano, essendo stata rinvenuta durante gli scavi una statuetta acefala della dea Cerere (ci sembra). Quindi uno spazio denso di simbologie sul quale è stato poi eretto dal Bazzani il Palazzo degli Studi.
Quella operata dal Paquali è nella foto qui sopra e mostra il centro storico diverso da come si presenta oggi. La parte contrassegnata dal n° 2 è l’odierna via Gramsci appena dopo il Palazzo De Vico e presenta in quel punto un passaggio a tunnel; al n° 3 osserviamo lo spaccato della chiesa di San Francesco, al cui posto oggi sorge il Palazzo degli Studi. Interessante notare come l’altare principale, raggiungibile con una scalinata, è posto sopra il tunnel e, nel retro, c’è il coro che poggia sopra la piccola chiesa (n° 1) dedicata a Sant’Antonio da Padova (fiancheggia Palazzo De Vico). Rileviamo anche una triste notizia: nel 1754 fu distrutta una pala d’altare in ceramica dei Della Robbia! Una grave perdita.
Fernando Pallocchini
19 marzo 2025