Tradizioni da non far morire: la “luccicante” letterina di Natale sotto il piatto di papà

C’era una volta a Natale… “la letterina”, veniva sistemata sotto il piatto del Papà la sera del 24 dicembre, con la frase finale “Con il bene che ti voglio tira fuori il portafoglio”. Sì perché dopo la letterina arrivava una mancetta e di notte piovevano i giocattoli sotto l’albero. Giocattoli che avremmo trovato e scartato al mattino seguente.

Nel comodino di mia Mamma ho ritrovato una mia Letterina di Natale che mi ha riportato indietro nel tempo, e mi accorgo che noi “moderni”  non saremo mai all’altezza dei nostri genitori! Questi sono i ricordi che ti riempiono il cuore di emozioni e con essi  ti lasci abbandonare a qualche lacrima. Da ragazzini, nel periodo dell’Avvento, non vedevamo l’ora di poter comprare queste letterine piene di lustrini e metterle sotto il piatto dei genitori, la sera della vigilia di Natale.

Tutto finito! Ora gli auguri si fanno con il whatsapp, le cartoline dai luoghi di vacanza sono sparite e nella cassetta della posta il capo famiglia trova solo bollette da pagare, pubblicità e richieste di contributi! E qui mi sento di dare una tiratina d’orecchi alle maestre che, in gran parte, hanno dimenticato il rito della “Letterina di Natale”. Gli alunni delle classi seconde della scuola materna, primaria e secondaria scrivono ai genitori? Quanto serve una lettera, per ringraziare e per mostrare rispetto! In un periodo in cui un “grazie” e un po’ di “rispetto” fanno la differenza, gli alunni  dovrebbero essere stimolati a riprendere questa antica tradizione.

Mi piace sottolineare che un tempo, addirittura, qualche maestra, per non umiliare i bambini poveri e mettere tutti alla pari, faceva preparare delle paginette in classe. Decorate a  mano. Con un grande timbro ci stampava su un disegno che gli alunni coloravano per poi cospargere le linee e i contorni con la colla liquida. In fine ci si buttavano sopra i luccichini che si impastavano con la colla.

Erano paginette umili ma piene d’amore! I brillantini variopinti si vendevano nel negozio di ferramenta e dal cartolaio. Mi domando: “Quest’anno ci avranno pensato le insegnanti a tenere viva questa ‘favola’?” Dai Mamma, dai Nonna: stimolate voi i ragazzini che avete in casa. Riprendete la tradizione (perdonate lo scherzo dell’immagine che ho inserito, ma vuole essere una tirata d’orecchi per chi pensa più al telefonino, che a raccontare ai figli, siano Mamme o Papà). 

Alberto Maria Marziali

19 marzo 2025

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