Visto che parliamo di storia e di cose della nostra terra, spero che nessuno se ne avrà a male se discutiamo di quella che Papa Francesco ha recentemente chiamato “frociaggine”, termine che noi, in dialetto, addolciamo aggiungendo una “S” (frosciàggine).
Per il vero in tanti leggono con curiosità, o con disapprovazione, le imprese di qualche esibizionista “in terra calzaturiera” che sui social si mostra in pose e con compagnie tutte sue, pensando di poter assurgere al ruolo d’influencer (ne hanno parlato i quotidiani ed è esploso il caso). In TV e in politica sentiamo sempre parlare con termini di difficile comprensione quali: Gay, LGBT (acronimo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender), omofilo, lesbo e compagnia bella. Visto, però, che ne parla apertamente pure il papa, spero che questo argomento sia ora sdoganato.
Per il vero dal Vaticano sono arrivati messaggi piuttosto contrastanti ma non ne parlo.Voglio invece affrontare il problema per vedere come queste “diversità” furono affrontate nei secoli. Tutti sanno che in un certo periodo storico tutta la costa adriatica fu governata o condizionata dalla repubblica Serenissima di Venezia. Lì, in quella città, facevano le leggi e tutti i territori, o quasi, le adottavano. In particolare la nostra zona marchigiana ricadde sotto l’influenza veneziana, tanto che Tiepolo, prima di divenire Doge di Venezia fu podestà a Fermo (1266) e a Fano (1268). La legge veneziana, anche se non se ne ha chiara traccia, fu adottata anche in terra Picena-Maceratese. Racconto questo perché ora vi spiego come si comportava Venezia con i ‘non’ eterosessuali.
Ecco allora un breve storia della sodomia nella società del XV/XVII secolo. A metà del quattrocento, un po’ ovunque, imperversava la sodomia. Pure Venezia era “all’avanguardia”, come si legge in un intrigante libro sul libertinaggio in quella città (Giuseppe Tassini 1968) dove il malcostume era giunto al punto che era prescritto, con una legge del 1461, a tutti i medici e ai barbieri (allora considerati anche chirurghi) di denunciare entro tre giorni i maschi e le femmine offesi… posteriormente, che si fossero rivolti alle loro cure.
E ai i capitani del Consiglio dei Dieci era raccomandato di perlustrare con attenzione tutta la città, sia per terra, come per acqua entrando nelle volte, nei magazzini, nelle bastie, nelle scuole, nei sottoportici e nei postriboli per arrestare i colpevoli e i sospetti. I sodomiti venivano per lo più decapitati in mezzo alle colonne della Piazzetta di San Marco e quindi il loro corpo bruciato. E nemmeno preti e frati erano indenni dal vizio della sodomia. Se scoperti facevano la stessa fine degli altri o venivano rinchiusi in gabbie, sospesi in aria e lasciati alle intemperie giorno e notte finché sarebbero vissuti.
Concludo – Visto che oramai la nostra terra è piena di immigrati, con usi abbastanza avversi alle deviazioni sessuali, e visto che la chiesa cristiana russa, per bocca del Patriarca Kirill, sta facendo una guerra di religione contro noi pseudo cattolici dicendo che la guerra della Russia in Ucraina “è giusta” perché vanno puniti modelli di vita peccaminosi e contrari alla tradizione cristiana come “il gay pride”. Secondo molti osservatori cattolici Kirill punta a sedere sul trono di Roma: il religioso, si è chiesto “da quale parte di Dio intenda stare l’umanità”, e in particolare quale atteggiamento prendere nei confronti dell’ “Impero della Menzogna” che sono le potenze occidentali impegnate ad assecondare le indicazioni del mondo gay. Osservate bene il disegno che allego e cominciate a pensare che le antiche leggi di Venezia potrebbero essere adottate da coloro che, dopo averci invaso pacificamente, saliti al potere in Italia, potranno legiferare. Ovviamente senza rivoluzioni.
Alberto Maria Marziali
1 aprile 2025