“Finire a gambe all’aria”, “Finire in mutande”, ovvero la paura di andare in bancarotta

Da ragazzino ascoltavo gli adulti parlare di lavoro e di affari. Tra i discorsi di vari argomenti ricordo le risatine di chi raccontava di qualche padroncino che, per acquistare  un nuovo autocarro, aveva dovuto firmare un mazzo di cambiali… stancandosi la mano! All’epoca le banche non concedevano facilmente fidi e prestiti senza persone terze che firmavano per avallo e con garanzie immobiliari.

Mi è rimasta impressa la paura di fallire dei commercianti, artigiani e imprenditori. In gergo dialettale si diceva “finire a gambe all’aria”. Si diceva anche “finire in mutande”; entrambe le frasi non contenevano nessuna allusione erotica anzi, non c’era nulla da ridere nel finire in bancarotta. “Andare a vivere sotto un ponte” l’ho sentito dopo i venti anni.

Più avanti ho scoperto che quando la donna e l’uomo affaticati dal lavoro, dal camminare o dal lungo stare in piedi, magari a riposo sul divano, pongono le gambe sollevate aiuta il sangue venoso a defluire e migliora pure la circolazione linfatica, dando una sensazione di sollievo agli arti inferiori.

Ecco i nessi con la simpaticissima foto scattata da Marcello Tramandoni al Montelago Celtic festival  (2018-19) di due ragazze in costume che stanno facendo esercizi ginnici a gambe in alto. Quella immagine mi ha riportato indietro a quand’ero minorenne. Nella foto noto i piedi e le ditone rosee simili a quelle dei bimbi!

Eno Santecchia

ph Marcello Tramandoni

21 aprile 2025

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