C’era anche il Comune di Macerata – con il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Blarasin – ieri a Milano, all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, per partecipare all’evento in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso 50 anni fa da militanti di Avanguardia Operaia.
La cerimonia, intitolata “Le idee hanno bisogno di coraggio”, ha visto la partecipazione delle massime cariche istituzionali: il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Sottosegretario all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti, il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, l’europarlamentare Carlo Fidanza, oltre al cantautore Enrico Ruggeri. Ha portato il suo contributo anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con un videomessaggio in cui ha ricordato il recente francobollo commemorativo dedicato a Ramelli, “un gesto molto più che simbolico – ha dichiarato – che riconosce la sua vicenda come parte della storia d’Italia”. La Presidente ha inoltre sottolineato l’importanza della libertà di espressione, affermando che “la libertà è un valore fondamentale che deve essere difeso ogni giorno, affinché tragedie come quella di Sergio Ramelli non si ripetano mai più”.
Durante la serata sono stati premiati i rappresentanti di 38 città italiane che hanno intitolato, o deliberato di farlo, uno spazio pubblico alla memoria di Sergio Ramelli. Tra questi anche Macerata, che ha recentemente deliberato l’intitolazione di un luogo cittadino proprio su proposta del consigliere Andrea Blarasin: «Ci ritroviamo, a 50 anni di distanza, per ricordare Sergio Ramelli, un ragazzo che ha pagato con la vita il coraggio delle sue idee. Sergio non è solo un simbolo di una gioventù stroncata dall’odio politico, ma un richiamo continuo al valore della libertà di pensiero e del rispetto reciproco. Il suo sacrificio – continua Blarasin – ci insegna che la violenza non può mai essere la risposta e che la memoria è il primo dovere per costruire una società più giusta e più umana. A Sergio, oggi come allora, va il nostro pensiero e il nostro impegno a non dimenticare».
Andrea Blarasin
30 aprile 2025