In merito al comunicato trionfalistico diffuso dalla maggioranza e ripreso dalla stampa, desidero riportare con fermezza la realtà dei fatti, che nessun comunicato autocelebrativo potrà alterare.
Il Consiglio comunale del 28 aprile non è stato affatto “amaro” per il sottoscritto, bensì ha rappresentato un’occasione – purtroppo malamente sprecata dalla maggioranza – per correggere gravi errori e dimostrare con trasparenza il rispetto delle norme e delle istituzioni. Invece, è prevalsa l’arroganza della forza numerica, usata per respingere ogni richiesta di chiarezza, ogni proposta di buon senso e ogni invito alla responsabilità.
La relazione dell’Assessora Persichini non ha smentito nulla di quanto denunciato: ha semplicemente reiterato un’autodichiarazione di uso esclusivo di una PEC non identificativa, appartenente a un ente privato, sulla quale né il Segretario Comunale né l’Amministrazione sono in grado di certificare ufficialmente la tracciabilità, la sicurezza e l’esclusività di accesso. La riservatezza degli atti – come confermato dal Segretario Comunale su richiesta formale – è prevista fino alla loro pubblicazione, che avviene solo dopo la discussione in Consiglio. Tutto il resto sono giustificazioni imbarazzate.
Quanto al caso del tecnico esterno, per il quale si è richiesto l’accesso agli atti e l’istituzione di una commissione di verifica, è agli atti la sostituzione formale del direttore dei lavori sul cantiere oggetto dell’interrogazione. Un fatto che contraddice in modo evidente l’enfasi con cui la maggioranza tenta di accreditare la regolarità di ogni passaggio. Se tutto era a posto, perché sostituirlo?
La verità non si afferma con le dichiarazioni, ma con gli atti. E chi oggi esulta dovrebbe ricordare che ciò che si è voluto evitare nel dibattito politico – cioè la trasparenza e la verifica puntuale dei documenti – sarà invece affrontato in sede formale. Sono stati presentati esposti alle autorità competenti, alla magistratura ordinaria, alla Corte dei Conti e al Garante Privacy. L’ultima parola non sarà quella di un comunicato entusiastico, ma quella delle istituzioni preposte a garantire legalità, correttezza amministrativa e tutela dei diritti.
Lasciamo dunque l’euforia a chi ne ha bisogno per mascherare il disagio di una gestione traballante. Noi attendiamo fiduciosi che venga fatta piena luce. Perché la verità, quella vera, non teme né i voti di una maggioranza né le urla degli ultras. Si dimostra coi documenti. E negarne la consultazione, come accaduto più volte, è già un’ammissione di colpa.
Luca Buldorini
30 aprile 2025