La seconda edizione di “Chiacchierate in osteria” dal titolo “Le mura, le porte, le vie”, dopo il successo della scorsa edizione sul ‘300 a Camerino, è stata ospitata nella taverna del terziero di Muralto, sempre pronto a ospitare eventi culturali in osteria a dimostrazione che la taverna è sicuramente un posto conviviale per mangiare ma anche un luogo di incontro dove poter divulgare storia e arte a Camerino.
La prima relazione dell’avvocato Corrado Zucconi ha mostrato com’è cambiata Camerino nella sua fisionomia, e in particolare nelle passeggiate lungo le mura, dall’inizio del ‘900 ad oggi confrontando cartoline dell’epoca con foto di oggi, dimostrando un cambiamento importante del profilo della città, non tanto nelle sue mura, quanto nei palazzi che sono stati costruiti adiacenti ad esse. Palazzi ed in particolare vegetazione non curata che contornano la cinta muraria e che oggi non permettono più la vista della città a chi arriva a Camerino.

Massimo Costantini, nel secondo intervento, ha parlato delle porte della città, in particolar modo dando enfasi alla particolarità della strada per raggiungere la porta che gira di novanta gradi proprio a ridosso della porta per impedire alle macchine da guerra di avere una rincorsa sufficiente per poter essere efficaci. Camerino ha sempre vantato una inespugnabilità, tant’è che negli anni la città è stata presa solo grazie a tradimenti durante i quali le porte furono aperte dall’interno. Bellissime le immagini che Massimo Costantini ha riprodotto al pirografo su legno, che rappresentano Camerino ripresa da artisti che “fotografano” la città nei dipinti, in particolar modo quelli dedicati a San Venanzio rappresentato con la città in mano, come fossero foto d’epoca.

Don Stefano Carusi ha appassionato il pubblico con un’attenta ricostruzione delle mura, in particolar modo quelle che vanno dal Largo ‘Et poi si more’ a porta Cisterna, descrivendole come un susseguirsi di torri e rientranze per difendere la città, paragonando la struttura delle mura con torri a quella delle costruzioni alto medievali, come a esempio Viterbo. Sono visibili ancora oggi, in particolar modo nel tratto di mura che vediamo dalla passeggiata di viale Giacomo Leopardi, le case costruite sulle Torri del 1200 che hanno alla base muri isodomi in pietra arenaria, poi mozzate a un’altezza dove inizia la costruzione successiva, e il muro più tardo, anche sei settecentesco, di riempimento tra le 2 torri per creare altri spazi da collegare alle case costruite sulla Torre.

Via Morrotto – Don Stefano si è soffermato poi sulla tecnica costruttiva dell’Istituto Antinori per evidenziare gli arconi ai piani inferiori per riempire il vuoto fino a portare la costruzione al livello superiore della città, a dimostrare che molti palazzi nella cinta muraria esterna sono frutto di un ampliamento della città. Con gli studi e i rilievi eseguiti in particolar modo in via Morrotto, in accordo con lo storico Don Sandro Corradini, Don Stefano afferma che le mura originali di Camerino erano più interne di quelle oggi visibili, quindi nel lato interno di via Morrotto, mentre quelle che oggi vediamo sono un ampliamento del 1200 circa. L’inizio di via Morrotto, davanti all’istituto Granelli, è proprio il punto in cui si rompe il muro per ampliare la città, ridimensionando la leggenda del muro rotto per la fuga dei camerinesi durante l’invasione, confermando che la dicitura Morrotto deriva dal ‘Muro rotto’ per ampliare la città, termine usato anche in altre Città a indicare un’apertura nella vecchia cinta muraria per collegare la città più antica con l’ampliamento del milleduecento.

Mura da valorizzare – Domande dal pubblico hanno concluso un pomeriggio ricco di storia con la riflessione unanime riguardo l’importanza di valorizzare le mura cittadine, creando una passeggiata, come nelle vicine città di Orvieto o Terni, illuminata e ben curata; richiesta che da anni viene proposta ma mai perseguita. Questo appello è ancor più valido oggi, in considerazione del fatto che il giro delle mura, non essendo ancora il centro città fruibile, è divenuto un luogo di incontro e di socialità per molti camerti, e ancor più visto che a Camerino passano molti cammini “lenti”, il cammino delle terre mutate, la via Lauretana, il cammino dei cappuccini, che portano in città molti pellegrini che sfiorano solo la nostra città.

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Claudio Cingolani
17 maggio 2025