I pini, maestosi, sovrastano allori, / si mescolano rami di abeti piegati / e le ombre sono ferme sulle mura, paese senza nome, / enorme struttura di altro tempo / dove si muovono i fantasmi del dolore, / corridoi come strade e stanze e padiglioni / e cortili, echi di urla di sconosciute voci / e ombre accartocciate, nascoste, violentate, / abbandonate / sedate / legate / studiate / dimenticate / e quell’uomo, fuori, sulla panchina / che ora non sa dove andare.
Elzide Giovagnetti
26 maggio 2025