I tecnici sono riusciti a ovviare al problema, rappresentato dalle automobili che inquinano pesantemente a terra, con le auto elettriche, funzionali allo scopo. Ricordo una pubblicità degli anni passati sulla Fiat Duna: “Bella! Poi consuma poco”.
Ora, se le cose in terra vanno che è una meraviglia, in cielo non vanno come si sperava. Gli aerei consumano una quantità spaventosa di carburante. Un aereo per un solo viaggio internazionale consuma quanto le autovetture che circolano a Macerata durante una intera settimana. Calcolo effettuato dai tecnici della Boeing ma, a quanto pare, anche dai costruttori francesi di Airbus. Quindi si è arrivati a ragionare di abbandonare le efficientissime e molto green, auto elettriche che viaggiavano (udite, udite) praticamente a costo zero (o giù di lì). Ma lasciamo stare le chiacchiere dei soliti “gomblottisti”, incapaci di accettare che siano davvero economiche. I “contro l’innovazione sempre e comunque” anche di fronte a una verità inoppugnabile e incontrovertibile, forse in preda alla incapacità di suggerire altre soluzioni, atte a migliorare la vita degli abitanti il pianeta Terra, preferiscono mettere in giro voci del tutto fasulle. Costoro si permettono di affermare che la produzione della elettricità necessaria per caricare le batterie delle auto avvenga con generatori funzionanti con combustibile diesel: assurdo, pura follia!
Invece ora confesso che da molto tempo sto studiando come si potrebbero far volare aerei passeggeri bimotori o, anche, quadrimotori. Finalmente sono riuscito a concepire un sistema di sollevamento in quota (l’aereo consuma e inquina moltissimo in fase di decollo) per risparmiare carburante e inquinando quanto un accendino. Può sembrare una burla ma così non è. Dopo elucubrazioni e vari calcoli, per prima cosa ho depositato un brevetto internazionale (per non farmi incu… giusto per la rima), quindi ho preso contatto con la Boeing (e, senza falsa modestia) devo dire che sono rimasti piacevolmente sorpresi nonché interessati dal mio sistema. Un’idea davvero epocale che metterà a tacere chi è aduso ad avversare sempre le scoperte atte a migliorare la vita sulla Terra.
Senza dilungarmi ulteriormente ho inteso, sic et simpliciter, di modificare le piste di lancio creando verso la metà una gobba alta almeno 300 metri. L’aereo in partenza dovrà essere portato sulla cima della “gobba” o con un bulldozer oppure, meglio ancora perché meno inquinante con un sistema a cremagliera (questo almeno non l’ho dovuto inventare io!). Quindi, portiamo l’aereo, già carico dei passeggeri, in cima a questa tipologia di scivolo, e lo lanciamo (a folle) finché non prende velocità, a questo punto il pilota inserisce la marcia, le eliche girano, le ali prendono aria e il velivolo inizia a librarsi (allegria!) sempre più in alto (diceva Mike). Resta da stabilire la pendenza ottimale di discesa, alla quale sto lavorando con gl’ingegneri aeronautici della Boeing. Poi il gioco è fatto!
Quasi… perché se il decollo è risolto resta un problema più difficile da portare a compimento, tant’è che ci ho dovuto lavorare per più di un anno: far volare l’aereo con le batterie. Dai calcoli da me fatti faticosamente (dolorosi quanto quelli renali) sono arrivato alla conclusione che ci sarebbe voluta una gran quantità di batterie, fatto che mi ha messo di fronte a un dilemma: dentro il velivolo, specie per le lunghe distanze, o ci sono i passeggeri oppure le batterie! O gli uni o le altre. A furia di ragionarci ho trovato come risolvere la questione. In buona sostanza, per far volare gli aerei con l’elettricità generata dalle batterie, questi dovranno volare in coppia. Ho “rubato” l’idea alle vecchie locomotive che si tiravano dietro un tender carico di carbone; gli aerei dovranno volare tirandosi dietro un cargo carico di batterie, collegati da un cavo elettrico per trasferire l’elettricità dall’uno all’altro. Confesso di essere molto orgoglioso di queste mie invenzioni e di essere riuscito là dove una schiera d’ingegneri non ce l’aveva fatta.
Giorgio Ranieri
28 maggio 2025