La campana è uno strumento secolare che può essere suonato a slancio o a battaglio

Nella Basilica della Misericordia di Sant’Elpidio si è tenuto un concerto per campane curato dalla ditta Marinelli di Agnone. Questa ditta, dopo che tutte le altre fabbriche hanno chiuso, è diventata un monumento per l’arte della fabbricazione di campane. Ad Agnone (provincia d’Isernia) hanno realizzato anche un interessante museo dell’arte campanaria. Pasqualini, una fabbrica marchigiana importante, che fuse alcune campane dei nostri paesi, era di Fermo ma chiuse qualche anno fa e fu una enorme perdita.

Il concerto elpidiense è stato eseguito da campane fuse con sistema italiano che dona una sonorità più naturale ma con note meno precise delle campane lavorate in Germania. La differenza che sta tra il metodo italiano e quello tedesco, è che in Germania il profilo dei bronzi viene rimodellato al tornio con sistemi computerizzati adatti a centrare le note. Con l’occasione mi piace ricordare che in qualche cittadina nostrana a ogni campana, anticamente, fu dato un nome che qualche volta ne specificava la funzione. Tipica a Fermo era la “Campana dei carcerati”, mentre quella della Basilica della Misericordia di Sant’Elpidio fu chiamata “Viola” e sarebbe bello conoscerne il motivo. La presenza dei campanari di Agnone, è stata utile per avere altre informazioni sui nostri sistemi campanari. Le campane, infatti possono avere varie modalità di lavoro in base al sistema di fissaggio alla torre. È oramai difficile trovare chi sa spiegare le campane e le loro tipologie di suono: a slancio o a battaglio volante, metodo che, dicono gli esperti, accarezza la campana.

Il campanone della Basilica di San Pietro in Vaticano, invece, è a “Slancio Romano”,  un sistema per campane di grandi dimensioni. Un altro modo assai comune è lo “Slancio Tirolese”, che sincronizza il suono di più bronzi, molto usato nel Triveneto. Non mi dilungo in questioni tecniche, ostiche, ma mi auguro che gli organizzatori di concerti nelle Marche siano invogliati a programmare  future conferenze per farci spiegare bene le tipologie e le caratteristiche delle squille locali. Magari con scampanate in loco. Forse impareremo a fermarci un attimo per ascoltare le nostre campane quando si “chiamano” da un campanile all’altro.

Alberto Maria Marziali

28 maggio 2025

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti