Vecchio proverbio del periodo pasquale: la palma benedetta vuole la casa pulita e netta

“La palma benedetta vuole la casa pulita e netta”, conoscete questo proverbio che ricorda le pulizie pasquali? Nelle case cittadine e in quelle rurali, con l’avvento delle belle giornate si dava aria alle stanze e si cominciavano le pulizie di primavera.

Era un lavoro importante e di cose da fare ce n’erano tante, soprattutto nelle stanze da letto che d’inverno si lasciavano in fretta al mattino, quando per il freddo tutta la famiglia si rifugiava attorno al focolare, in cucina. Si spazzava per bene sotto i letti, si battevano i materassi per far uscire la polvere accumulata all’interno. Materassi di lana, per i più fortunati, di crine o, addirittura, di sfogli per i meno abbienti. Si dava aria alla casa, si toglievano le ragnatele, si lavavano pavimenti e i vetri delle finestre. Si lavavano a fondo le scale e i pavimenti che erano in mattoni.

In certe case il pavimento si spennellava con una particolare vernice rossa cinabrese, un’antica vernice ottenuta da una mescola di terre derivanti dal minerale Cinabro: solfuro di mercurio, di colore rosso vermiglione; abbondante in Italia nelle miniere del monte Amiata. Si lavavano lucerne e lampade affumicate, si riponevano scaldaletti e scaldini a mano; si mettevano via le imbottite dai letti. Le mantelle, i cappotti di un tempo, si spazzolavano e si rimettevano nei cassettoni.

In ogni casa entrava un prodotto dal nome che a noi bambini faceva sorridere: l’olio paglierino. Quello paglierino è un olio di colore giallo chiaro, paglierino appunto, di origine vegetale o sintetica, trasparente e adatto per lucidare e nutrire i mobili, le suppellettili, le perlinature, le porte e ogni altro serramento purché di legno posto all’interno. Per settimane il loro odore, non gradevolissimo, si sarebbe impossessato della casa. In cucina si toglieva la fuliggine dalla canna fumaria e dalle catene del camino, si lavavano i piani della credenza, i vetri alle finestre, si spazzavano i pavimenti fin negli angoli più nascosti e si dava una mano di calce alle pareti fumose intorno al camino.

La pulizia delle catene del camino

Certe volte le catene si staccavano dal camino e i bambini, con grande divertimento, erano impegnati a scrostarle. Dopo l’inverno, le catene del camino erano piene di fuliggine che rischiava di cadere nel caldaio; si dovevano staccare e pulire. Un metodo molto semplice e poco faticoso era farle trascinare dai bambini lungo le strade imbrecciate. Loro si divertivano e le catene ritornavano pulite. Le ragazzine, invece, erano spesso impegnate a fare il lavaggio dei vetri e degli specchi, con acqua e alcol, poi, per asciugarli e renderli belli, si adoperavano le pallocche fatte con la carta dei vecchi quotidiani. Le ferramenta e le drogherie della città erano fornitrici di tutti i prodotti per la pulizia o il restauro. Con l’avvento del buon tempo si portavano fuori dal riparo sotto il portico anche i vasi e i vecchi recipienti in cui erano coltivati garofani e gerani, le tipiche piante da fiore che non mancavano mai sul davanti delle case. In questa occasione si bruciavano nel camino o nella stufa le palme risecchite del precedente anno.

Alberto Maria Marziali

7 giugno 2025

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